- La comunità portuale della Spezia si è riunita stamani in occasione del convegno sul tema “Il valore porto” per esaminare e rimarcare le opportunità che possono dare ulteriore impulso alla crescita del porto e di conseguenza all'economia e al benessere della città. «In questo momento - ha rilevato Bruno Pisano, consigliere di La Spezia Port Service, la nuova organizzazione costituita dagli operatori portuali e logistici spezzini che ha organizzato l'incontro odierno - i porti e non solo italiani stanno subendo le conseguenze di una vera e propria rivoluzione industriale, frutto di una corsa esasperata alle concentrazioni, sia sul fronte delle grandi compagnie che dominano il mercato, sia dei carichi e quindi dei container trasportati in quantità sempre maggiori e convogliati su pochi hub portuali in grado di smistare questi carichi verso le destinazioni finali. Per i porti e per La Spezia in particolare - ha sottolineato - è giunto il momento di non subire passivamente i processi ma di tornare ad esserne protagonisti trasformando questi cambiamenti in opportunità».
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- Della formula portuale nordeuropea ha parlato il professor Francesco Parola dell'Università di Genova, che ha rilevato come, in un quadro internazionale caratterizzato da una vera e propria rivoluzione del mercato logistico e portuale, i flussi logistici della merce in modo sempre più esasperato tendono a radicarsi solo ed esclusivamente dove le condizioni infrastrutturali, burocratiche e operative lo rendono conveniente.
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- Per offrire queste condizioni gli operatori della Spezia hanno evidenziato oggi le opportunità offerte dal razionale sfruttamento delle vicine aree retroportuali di Santo Stefano Magra, con l'obiettivo di trasformare almeno in parte il traffico containerizzato da elemento di sfruttamento del territorio in fattore generatore di economia, produzione e occupazione. Anche la sola sosta di una percentuale minima di container destinati a operazioni di riempimento e svuotamento o di servizio per realtà industriali in area retroportuale - è stato sottolineato - è in grado di attivare un effetto moltiplicatore con benefici alle comunità portuali e logistiche che oggi “subiscono” solo il transito dei container.
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- Si è fatto riferimento, a tal proposito, all'esempio fornito appunto dai porti del nord Europa, che, su enormi aree logistiche parte integrante del porto, hanno costruito veri e propri sistemi economici dominanti. Secondo quanto evidenziato dai relatori a La Spezia, questa nuova sfida del porto ligure, che vanta storicamente una primogenitura nella gestione privata, nell'efficienza e nella produttività, passa attraverso la capacità di attirare non solo navi, ma anche mercato di riferimento delle merci.
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- «A un porto che è primo in Europa e quarto nel mondo per efficienza determinata dal rapporto fra container movimentati e metri quadri sui piazzali - ha osservato Bruno Pisano- si può chiedere un altro balzo in avanti. La grande opportunità per effettuare questo balzo in avanti è rappresentata dal dry port di S. Stefano Magra. Il porto di La Spezia è chiamato oggi a sfruttare un nuovo vantaggio competitivo potenziale: in una zona strategica che costituisce il crocevia delle attività logistiche, vicinissima al porto della Spezia, a cui è collegata da una linea ferroviaria e da una bretella autostradale diretta di circa cinque chilometri, nel punto di raccordo autostradale da cui partono i collegamenti per le direzioni Genova, Livorno e Parma, è situata, come insegnano ai bambini delle scuole elementari, una delle più grandi pianure della Liguria ossia la piana di Santo Stefano Magra.
- Un'area talmente vicina e talmente raccordata che ci spinge oggi ad affermare quella che potrebbe essere la nuova formula del sistema Spezia: fra il porto e Santo Stefano Magra non trasportiamo container, li movimentiamo. Infatti, estendendo alle aree di Santo Stefano lo shuttle camionistico che collega in un circuito ideale le banchine portuali con i magazzini del retroporto ed i terminal vuoti, siamo riusciti ad abbattere tempi e costi di trasferimento dei container rendendoli molto simili a quelli delle movimentazioni portuali».
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- Nel corso della tavola rotonda sono emersi quindi molti interrogativi su quello che sarà l'assetto finale del sistema spezzino. Sul tema dei corridoi doganali, lo scontro fra Bruno Pisano e il direttore generale delle Dogane, Giuseppe Peleggi, ha evidenziato come la consapevolezza di ripagare i territori costieri a compensazione di una parte del disagio generato dai traffici portuali sia ancora lontana dall'essere compresa a pieno. Accennando al tema dei “fast corridor”, Pisano, definendolo espressamente «un solo piccolo spunto polemico», ha rilevato che «certo è singolare che la Dogana investa svariati milioni di euro per affinare le procedure di controllo a La Spezia e a Santo Stefano Magra, di cui soprattutto in quest'ultimo periodo tutti sentiamo il bisogno, ma al tempo stesso licenzi procedure finalizzate a scavalcare i controlli stessi ed a spostare il momento doganale in aree dell'interno prive di qualsiasi apparato scanner che permetta verifiche approfondite. Se dunque come appare il dry port di Santo Stefano è una delle variabili sostanziali per dare sviluppo alle multi attività della logistica - ha rimarcato il rappresentante della comunità portuale spezzina - allora è giunto il momento di chiedere alla politica un impegno, a tutti i livelli, per incentivare questo sistema di sviluppo , creare nuove aziende e nuovo lavoro. Primo fra tutti ricorre la necessità di identificare l'area di Santo Stefano come area di sviluppo produttivo nel settore della logistica con un riconoscimento normativo a livello regionale che significa assegnare alla piana di Santo Stefano il titolo di sistema produttivo locale».
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- Pisano ha concluso il suo intervento affermando polemicamente, ma - ha precisato - «con orgoglio ed interpretando il pensiero di molti colleghi, che non ha capito niente chi in passato ci ha accusato di essere soggetti da battaglie di retroguardia, perché noi guardiamo lontano e la nostra azione è e sarà sempre contraddistinta dalla perseveranza. Solo cosi, il valore porto potrà crescere ancora».
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- È emersa inoltre con forza dagli interventi di Alessandro Laghezza e Andrea Fontana , presidenti rispettivamente degli spedizionieri e degli agenti marittimi di La Spezia, l'importanza di un fronte comune che rappresenti una forza autonoma di proposizione e di sostegno dei progetti di sviluppo anche e specialmente nell'era del gigantismo navale.
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- Michele Pappalardo (Federagenti) e da Roberto Alberti (Fedespedi) hanno confermato che tutte le categorie sono impegnate sulla linea del fronte del cambiamento. E anche se l'amministratore delegato del La Spezia Container Terminal, Michele Giromini, ha sostenuto la necessità di «pensare positivo», i problemi in attesa di risposta per fare del sistema logistico Italia sembrano ancora tanti e complessi nonostante anche i passi in avanti compiuti dal pubblico ed evidenziati (nel caso delle Dogane) dal presidente di Anasped, Massimo De Gregori.
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