Quotidiano indipendente di economia e politica dei trasporti
11:44 GMT+1
Prosegue il calo del numero di perdite totali di navi
Il rapporto annuale di AGCS evidenzia i crescenti rischi determinati dalla riduzione degli investimenti, dai pirati informatici e dalle condizioni meteo
21 marzo 2016
Nel 2015 gli incidenti nel trasporto marittimo a livello mondiale che hanno causato la perdita integrale della nave sono stati 85, cifra che conferma la tendenza al ribasso in atto dal 2012. Lo evidenzia la quarta edizione di “Safety and Shipping Review 2016” della compagnia assicurativa Allianz Global Corporate & Specialty SE (AGCS), che prende in esame le perdite marittime superiori a 100 tonnellate di stazza lorda.
Sebbene il numero di perdite sia rimasto stabile, calando di appena il 3% rispetto all'anno precedente (88) - osserva il rapporto -il 2015 è stato l'anno più sicuro nel trasporto marittimo dell'ultimo decennio e dal 2006 le perdite sono diminuite del 45% grazie a migliori condizioni di sicurezza e ad una più solida autoregolamentazione.
Il rapporto specifica che permangono tuttavia differenze per regione e per tipo di nave. Più di un quarto di tutte le perdite si sono verificate in Cina meridionale, Indocina, Indonesia e Filippine (22 navi). Le perdite in queste regioni, a differenza di altre aree importanti, sono aumentate rispetto all'anno precedente. Inoltre i cargo e i pescherecci hanno rappresentato più del 60% di tutte le perdite, e per la prima volta in tre anni quelle dei cargo sono aumentate. La causa più comune delle perdite totali è stata il naufragio (affondamento), che rappresenta quasi il 75% delle perdite, in aumento del 25% rispetto al 2014, e spesso dovuto al cattivo tempo.
Secondo il rapporto, nel 2015 ci sono stati 2.687 incidenti marittimi nel mondo (incluse le perdite totali), con un calo del -4%. Quella del Mediterraneo orientale e del Mar Nero, con 484 incidenti, si conferma l'area con il maggior numero di sinistri.
Il rapporto rileva che se la tendenza al calo nelle perdite marittime nel lungo periodo è incoraggiante, la perdurante fase di debolezza dell'economia mondiale, la flessione dei prezzi delle materie prime e l'eccesso di naviglio stanno ponendo una pressione sul contenimento dei costi aumentando i problemi legati alla sicurezza. Secondo AGCS, un aumento nella frequenza delle perdite verificatosi negli ultimi 12 mesi può essere attribuito in certa misura a questa situazione.
«La recessione economica e il suo impatto sul settore marittimo - ha confermato Rahul Khanna, responsabile Marine Risk Consulting di AGCS - potrebbero avere un'influenza negativa sulla sicurezza. Molti settori, come quelli delle merci varie, delle rinfuse e dell'offshore, sono già a rischio e qualsiasi riduzione degli standard di sicurezza rappresenterà un serio motivo di preoccupazione».
Per AGCS, «è essenziale che, in materia di sicurezza, le pressioni economiche non permettano una filosofia del “ci penseremo dopo”». La compagnia assicurativa ha sottolineato che «alcuni armatori stanno già allungando al massimo gli intervalli dei tempi di manutenzione, mentre altri stanno disarmando le navi». «Riattivare queste navi in un mercato che si è trasformato dal punto di vista tecnologico - ha spiegato Jarek Klimczak, senior marine risk consultant di AGCS - può diventare difficile. Esiste l'esigenza di procedure standardizzate di disarmo».
La compagnia assicurativa ha evidenziato inoltre che, oltre a influire sugli investimenti per la manutenzione delle navi, l'esigenza di riduzione dei costi può peggiorare le condizioni degli equipaggi, la sicurezza dei passeggeri e le operazioni di salvataggio. In particolare, AGCS ha precisato di aver assistito nell'ultimo decennio ad un aumento nelle richieste di indennizzo dovute alla “stanchezza” (fatigue) e ha rilevato che, con un equipaggio ridotto al livello minimo possibile e con la previsione di una diminuzione del personale, la necessità di turni di lavoro più lunghi potrebbe inasprire il problema.
In merito alla sicurezza dei passeggeri, AGCS ha rimarcato che, anche se sono stati compiuti progressi importanti in questo campo, rimangono delle preoccupazioni soprattutto per i viaggi non internazionali, con alcune regioni dell'Asia ancora molto lontane rispetto agli standard internazionali, come dimostra il numero di recenti perdite di traghetti nelle acque del sud-est asiatico.
Il rapporto si sofferma anche sul rischio di incidenti alle mega portacontainer, della capacità di oltre 19.000 teu, che stanno facendo il loro ingresso sul mercato ed evidenzia come l'incagliamento avvenuto lo scorso mese della nave CSCL Indian Ocean della China Shipping Container Lines, che è rimasta bloccata per vari giorni nel fiume Elba, in Germania, stia facendo nascere molte domande sulla possibilità di un incidente più grave. In particolare, il rapporto avverte che lo shipping potrebbe doversi preparare ad uno scenario di perdite totali che potrebbero costare oltre un miliardo di dollari sommando 200 milioni di dollari circa del valore assicurato del corpo nave, 532 milioni di dollari per la perdita del carico (80% del valore di 35.000 dollari di ciascuno dei 19.000 container imbarcati) e 300 milioni di dollari per la rimozione del relitto e altri oneri.
Inoltre il rapporto mette in evidenza che gli eventi meteorologici eccezionali stanno diventando più frequenti e provocano ulteriori rischi e danni alle supply chain. Nel solo 2015 il cattivo tempo è stato la causa di tre delle cinque più gravi incidenti marittimi con perdita della nave, incluso uno dei più grandi disastri marittimi negli USA degli ultimi decenni, ovvero quello occorso alla nave El Faro.
Infine il rapporto prende in considerazione un altro rischio rilevante, quello legato alla sempre maggiore dipendenza che il settore marittimo ha nei confronti della tecnologia, con un'esposizione al rischio informatico che va ben oltre la perdita dei dati e un rischio - ha sottolineato Andrew Kinsey, senior marine risk consultant di AGCS - che va di pari passo con il sempre maggiore impiego di ausili elettronici per la navigazione.
- Via Raffaele Paolucci 17r/19r - 16129 Genova - ITALIA
tel.: 010.2462122, fax: 010.2516768, e-mail
Partita iva: 03532950106
Registrazione Stampa 33/96 Tribunale di Genova
Direttore responsabile Bruno Bellio Vietata la riproduzione, anche parziale, senza l'esplicito consenso dell'editore