- Se nel 2015 Fincantieri ha stabilito i propri nuovi record di nuovi ordini acquisiti e di carico di lavoro, il gruppo navalmeccanico italiano - dopo quattro esercizi annuali archiviati con un risultato d'esercizio di segno positivo - ha chiuso il bilancio 2015 con una perdita netta di -289 milioni di euro rispetto ad un utile netto di 55 milioni di euro nel 2014.
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- Lo scorso anno i ricavi sono ammontati a 4.183 milioni di euro, in flessione del -4,9%, variazione - ha spiegato l'azienda - dovuta da un lato all'incremento dei ricavi del segmento Shipbuilding, in particolare dell'area di business navi da crociera, che ha raggiunto un peso pari al 39% dei ricavi complessivi del gruppo (32% nel 2014), e dall'altro alla riduzione dei ricavi del segmento Offshore che pesano il 28% sui ricavi complessivi del gruppo (35% nel 2014). Fincantieri ha specificato che nei ricavi totali il segmento Shipbuilding pesa per il 66,6%, (60,4% al 31 dicembre 2014), il segmento Offshore per il 28,1% (35,3% al 31 dicembre 2014), il segmento Sistemi, Componenti e Servizi per il 5,3% (4,3% al 31 dicembre 2014).
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- Nel 2015 l'EBITDA è risultato negativo per -26 milioni di euro rispetto ad un risultato positivo per 297 milioni di euro nell'anno precedente. Tale riduzione - ha precisato Fincantieri - è dovuta al segmento Shipbuilding per 218 milioni di euro, principalmente riconducibile all'area di business delle navi da crociera, e all'Offshore per 111 milioni di euro, principalmente per effetto della ridotta performance operativa dei cantieri brasiliani della controllata VARD. L'EBIT conseguito nel 2015 è stato negativo per -137 milioni di euro (positivo per 198 milioni di euro nel 2014).
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- Lo scorso anno Fincantieri ha acquisito nuovi ordini per un totale record di 10,1 miliardi di euro, valore quasi raddoppiato rispetto a 5,6 miliardi di euro dell'esercizio 2014. L'azienda ha reso noto che negli ordini complessivi, il segmento Shipbuilding pesa per il 92% (78% al 31 dicembre 2014), il segmento Offshore per il 4% (20% al 31 dicembre 2014), il segmento Sistemi, Componenti e Servizi per il 6% (4% al 31 dicembre 2014).
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- In particolare, nel 2015 nel segmento Shipbuilding, nell'area di business delle navi militari, sono stati finalizzati gli ordini delle nove unità navali (sette pattugliatori polivalenti di altura, una unità di supporto logistico e una unità anfibia multiruolo) del programma di rinnovo della flotta della Marina Militare Italiana. Il medesimo programma prevede tre opzioni per la costruzione di tre ulteriori pattugliatori polivalenti di altura. La Marina Militare Italiana, inoltre, ha esercitato l'opzione per la costruzione della nona e decima unità a completamento del programma FREMM. La Marina Militare statunitense ha confermato alla controllata Marinette Marine Corporation sia l'ordine per un'ulteriore unità del programma LCS, la nona del contratto firmato nel 2010, sia il finanziamento della decima ed ultima unità di tale accordo; inoltre è stata assegnata al cantiere statunitense l'opzione per un'ulteriore unità.
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- Lo scorso anno nell'ambito delle navi da crociera, Fincantieri e Carnival Corporation & plc hanno firmato a dicembre 2015 un memorandum of agreement (MOA) per la costruzione di quattro nuove navi da crociera del valore complessivo di circa 2,5 miliardi di euro. I relativi contratti, soggetti a diverse condizioni tra cui il finanziamento al gruppo armatoriale, saranno operativi nel corso del 2016. Due di queste unità saranno destinate al brand Costa Asia, una a P&O Cruises Australia e una a Princess Cruises. Inoltre nel corso dell'anno la società ha ulteriormente ampliato il proprio portafoglio clienti attraverso la firma di un contratto, ancora soggetto a finalizzazione del financing, con Virgin Cruises, brand del gruppo Virgin e nuovo operatore del comparto crocieristico, per la costruzione di tre navi da crociera. Nell'ultimo trimestre del 2015 Fincantieri ha concluso anche un contratto con Viking Ocean Cruises per la costruzione di due ulteriori navi da crociera che saranno gemelle delle quattro navi già ordinate ed entreranno a far parte della flotta di Viking rispettivamente nella metà del 2018 e nella fine del 2020.
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- Fincantieri ha specificato che, per quanto riguarda il segmento Offshore, lo scorso anno il persistere della riduzione del prezzo del petrolio, registrata già a partire dalla seconda metà del 2014, ha profondamente alterato le previsioni di spesa da parte delle società di esplorazione e produzione petrolifera, che hanno ridotto gli investimenti attesi e avviato programmi di riduzione costi. Di conseguenza, anche nel 2015, si è registrato un valore di nuovi ordinativi acquisiti molto limitato, pari a 402 milioni di euro (quattro OSCV, uno Stern trawler e un Coastal fishing vessel) rispetto a 1.131 milioni di euro nello stesso periodo del 2014.
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- Infine nel corso del 2015 il segmento Sistemi, Componenti e Servizi ha visto la finalizzazione di un significativo ammontare di ordini per 639 milioni di euro rispetto a 204 milioni di euro del 2014, in parte riconducibili al programma di rinnovo della flotta della Marina Militare Italiana e al contratto con la Guardia Costiera del Bangladesh per la fornitura di quattro corvette della classe “Minerva” della Marina Militare Italiana da ammodernare e trasformare in Offshore Patrol Vessels (OPV), nonché del relativo supporto logistico integrato.
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- Il carico di lavoro (backlog) del gruppo al 31 dicembre 2015 è risultato pari al record storico di 15,7 miliardi di euro (9,8 miliardi di euro nel 2014) con uno sviluppo delle commesse in portafoglio previsto fino al 2026. Nel backlog complessivo, il segmento Shipbuilding pesa per l'89% (76% al 31 dicembre 2014), il segmento Offshore per il 7% (22% al 31 dicembre 2014), il segmento Sistemi, Componenti e Servizi per il 5% (3% al 31 dicembre 2014).
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- Evidenziando che il bilancio 2015 si chiude «con un carico di lavoro a livelli record e con ulteriori prospettive commerciali in fase avanzata», l'amministratore delegato del gruppo navalmeccanico italiano, Giuseppe Bono, ha sottolineato che «Fincantieri archivia col bilancio 2015 la più lunga crisi del settore, gestita con la strategia più adeguata, che - ha osservato - ci ha consentito di uscirne rafforzati e leader indiscussi nei settori ad alto valore aggiunto della cantieristica. Come noto infatti la crisi ha impattato i cantieri di tutto il mondo e soprattutto d'Europa e ha comportato la riduzione di molti posti di lavoro. Al contrario, Fincantieri assurge a simbolo della crescita dell'industria italiana, essendosi internazionalizzata, diversificata e rafforzata negli anni, anche attraverso acquisizioni all'estero, fino a diventare un punto di riferimento mondiale nel proprio settore di attività».
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- Ieri, oltre ad approvare il bilancio 2015, il consiglio di amministrazione di Fincantieri ha approvato anche il piano industriale 2016-2020, che prevede una crescita media annua dei ricavi di circa il 10% e che - ha rilevato Bono - «si colloca a valle di un processo di ristrutturazione che ci ha consentito di mantenere il potenziale produttivo e progettuale necessario per sfruttare l'attuale boom del mercato crocieristico e le solide prospettive del settore militare e del segmento dei sistemi, componenti e servizi, subendo costi tutto sommato contenuti. Le azioni previste dal piano, messe in atto da un management team estremamente determinato e coeso - ha sottolineato Bono - consentiranno di aumentare i ricavi del 50% e di arrivare a un EBITDA margin del 7-8% a fine piano e di conseguire, già nel 2016, un utile netto positivo, con la previsione di distribuire un dividendo a partire dall'utile 2017».
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