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Pappalardo (Federagenti): la partita che si gioca sui porti non può essere unicamente politica
Sarebbe un errore fatale - ha sottolineato - immolarli agli interessi della politica scegliendo presidenti sbagliati, frutto di logiche di spartizione vecchie e nuove, oppure di una improvvisazione
20 maggio 2016
Il destino dei porti italiani non può essere lasciato esclusivamente nelle mani della politica. Lo ha sottolineato oggi il presidente uscente della Federazione Nazionale Agenti, Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi (Federagenti), Michele Pappalardo, nel corso dell'assemblea dell'organizzazione in corso a Trapani in occasione della quale, essendo giunto alla fine del suo mandato, ha passato il testimone a Gian Enzo Duci incassando il riconoscimento corale del ruolo che ha svolto in questi anni.
Commendando il progetto del governo per la riforma della legislazione in materia portuale, Pappalardo si è soffermato inizialmente sulla nomina dei presidenti delle Autorità Portuali evidenziando che «non può e non deve rispondere a un nuovo manuale Cencelli» e sui previsti accorpamenti delle authority portuali con la costituzione delle Autorità di Sistema Portuale: «oggi qui a Trapani - ha rilevato - siamo consci di non poter abbassare la guardia. E non sugli accorpamenti e sulla loro necessità, sulla fine dei Comitati Portuali e quindi della nostra estromissione dalle politiche decisorie ed altro ancora, ma specialmente perché la partita che si gioca non può essere unicamente una partita politica. In ballo – ha spiegato Pappalardo - non c'è uno scontro fra poteri che ha per protagonisti governo e Regioni. In ballo, non dimentichiamolo, c'è il futuro dei porti italiani e quindi la capacità di fare dei porti e della logistica un valore aggiunto e non un disvalore per il Paese».
«Un errore fatale - ha proseguito Pappalardo - sarebbe quello di immolare nuovamente i porti agli interessi della politica scegliendo presidenti sbagliati, frutto di logiche di spartizione vecchie e nuove oppure di una improvvisazione figlia di slogan a volte anche solo anagrafici. E diciamo con forza che danni forse maggiori delle scelte sbagliate potrebbero produrre la politica dei rinvii».
Da parte sua il neo eletto presidente di Federagenti, Gian Enzo Duci, ha espresso «grande fiducia sul ministro Delrio e la sua squadra», fiducia che - ha sottolineato - ha trovato conferma nella convocazione di Federagenti già per martedì prossimo al ministero per discutere ruolo e funzioni del Tavolo di partenariato nelle nascenti Autorità di Sistema Portuale, ma anche nel riconoscimento del ruolo degli agenti marittimi - come comunicato dal direttore generale del ministero Enrico Pujia - nella formulazione italiana della Maritime Labour Convention.
Nel suo intervento Luigi Merlo, consigliere del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha annunciato che entro e non oltre il 17 luglio il decreto sui porti sarà licenziato dalle cinque Commissioni parlamentari competenti in materia e che successivamente si procederà immediatamente alla nomina dei 15 presidenti, dei 15 segretari generali e degli oltre 70 componenti degli organi di governo delle nuove Autorità di Sistema Portuale. Ma la riforma - ha precisato Merlo - sarà solo un primo passo di un processo di intervento nel settore della logistica e dei porti, con provvedimenti che riguarderanno il Tavolo di partenariato, che si occuperà delle scelte e non delle procedure amministrative, la riforma del lavoro nei porti, la limitazione della responsabilità dei piloti e il caso crociere-Venezia.
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