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Nel porto di Olbia è stata istituita una task force per monitorare l'impatto ambientale delle navi
È composta da armatori, agenzie marittime, Capitaneria di Porto e Autorità Portuale
28 settembre 2016
Nel porto di Olbia è stata istituita una task force composta da armatori, agenzie marittime, Capitaneria di Porto e Autorità Portuale con lo scopo di sviluppare ulteriormente le buone pratiche per la fruizione del porto e per creare un sistema eco compatibile ed a basso impatto per l'ambiente cittadino circostante. L'iniziativa costituisce il primo passo deciso ieri nel corso di una riunione convocata dalla Direzione Marittima di Olbia alla quale hanno partecipato i rappresentanti delle compagnie di navigazione Grimaldi, Moby, Tirrenia, delle agenzie marittime e dell'Autorità Portuale del Nord Sardegna.
L'iniziativa fonda le basi sul decreto legislativo 112 del 16 giugno 2014 con il quale l'Italia ha recepito la direttiva europea che ha introdotto precisi limiti sul tenore di zolfo presente nei combustibili marini, controlli più approfonditi e l'accertamento delle infrazioni e - hanno specificato i promotori - verrà integrata con le indicazioni della comunità locale olbiese, sensibile alle politiche ambientali e alla salute della collettività, ma altrettanto consapevole del valore di un sistema economico e sociale quale quello del porto di Olbia, nel quale annualmente transitano milioni di passeggeri e di tonnellate di merci finalizzate alla soddisfazione del fabbisogno interno della Sardegna.
Pietro Preziosi, direttore marittimo e commissario straordinario dell'Autorità Portuale del Nord Sardegna, ha sottolineato che «i monitoraggi effettuati fino ad oggi ci hanno restituito sempre un dato negativo, per cui pienamente nella norma. Ma questo - ha precisato - non significa che ci si debba adagiare. Pertanto, su sollecitazione di alcuni rappresentanti della comunità locale e grazie alla preziosissima disponibilità delle compagnie di navigazione e degli agenti marittimi, insieme all'Autorità Portuale abbiamo avviato una fase di confronto, la prima ufficiale quella di martedì 27 settembre, per scrivere una nuova pagina nelle politiche ambientali della portualità. Un laboratorio dove dati scientifici, evoluzione dell'ingegneria navale, ma anche marketing e comunicazione, si confrontano per arrivare ai risultati voluti dall'UE in tempi rapidi e per restituire alla città maggiore certezza sulla compatibilità ambientale delle attività portuali».
Preziosi ha ricordato che nei primi otto mesi di quest'anno sono stati quasi 4.400 i movimenti nave registrati al porto di Olbia, appena 300 in meno di quelli riscontrati in tutto il 2015, numeri che, secondo gli studi presentati nel corso della 49ma assemblea generale di MedCruise che si è tenuta la scorsa settimana a Tenerife, portano lo scalo portuale sardo al primo posto in Italia e al secondo nel Mediterraneo dopo quello del Pireo. «È chiaro - ha rilevato Preziosi - che questi numeri, oltre alla mera soddisfazione, richiedano anche un'attenzione verso il possibile impatto sociale ed ambientale sulla comunità locale e, pertanto, in qualità di sistema portuale tra i primi in Europa per traffico passeggeri-commerciale, l'obiettivo è adottare, con il supporto degli armatori, tutte le politiche innovative mirate al risparmio energetico e alla salvaguardia dell'ambiente. La riunione tecnica del 27 settembre, che si aggiornerà nel mese di novembre con dati alla mano e proposte, è, quindi, il giusto punto di partenza».
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