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ECSA e CLIA chiedono modifiche alla direttiva sugli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi
Verhoeven: servono impianti in grado di trattare nuovi tipi di rifiuti, un sistema di tariffazione ragionevole e una corretta applicazione della norma
15 novembre 2016
L'associazione degli armatori europei ECSA e l'associazione delle compagnie crocieristiche europee CLIA Europe hanno espresso soddisfazione per la revisione in atto della direttiva 2000/59 sugli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi e i residui del carico, procedura che dovrebbe concludersi nel corso del prossimo anno. La Cruise Lines International Association Europe (CLIA Europe) e l'European Community Shipowners' Associations (ECSA) hanno rilevato che, se la direttiva ha prodotto effetti positivi dalla sua entrata in vigore, ci sono comunque una serie di carenze che - secondo le due associazioni - devono essere affrontate.
In particolare ECSA e CLIA, sulla scia della consultazione pubblica sulla revisione della direttiva che è stata realizzata dalla Commissione Europea dal 13 luglio al 16 ottobre scorsi, hanno evidenziato una serie di problemi. Secondo le due associazioni, infatti, è necessario è un approccio pragmatico sulle eccezioni ed esenzioni al regime istituito dalla direttiva e, affinché le procedure di raccolta dei rifiuti possano essere resi efficienti e al fine di evitare inutili attese delle navi all'ormeggio, per ECSA e CLIA le disposizioni sullo scarico dei rifiuti negli impianti portuali di raccolta dovrebbero tener conto dell'autosufficienza della nave nell'immagazzinare i rifiuti a bordo e quindi della possibilità per la nave di proseguire fino al porto successivo senza aver conferito i rifiuti presenti a bordo.
Inoltre, secondo ECSA e CLIA, ci sono una serie di carenze relative all'interpretazione e all'applicazione di elementi chiave della direttiva e, in fase di revisione della normativa, è pertanto necessario garantire una maggiore armonizzazione e trasparenza del provvedimento sia relativamente al regime tariffario che alla corretta gestione dei rifiuti prodotti dalle navi, al regime di esenzioni, ai piani di raccolta e di gestione dei rifiuti nei porti o alle procedure amministrative.
«Sono urgentemente necessarie - ha rilevato il segretario generale della CLIA, Raphael von Heereman - una revisione tempestiva e una piena attuazione della direttiva sugli impianti portuali di raccolta per i rifiuti prodotti dalle navi per assicurarsi che siano resi disponibili alle navi adeguati impianti ogni volta che sono necessari. Ciò consentirà al nostro settore di continuare ad operare in Europa contribuendo all'occupazione e alla crescita. Nel quadro di un'economia circolare - ha osservato von Heereman - i rifiuti sono sempre più considerati una risorsa preziosa. La direttiva dovrebbe facilitare e incoraggiare anche la separazione e il riciclaggio dei rifiuti mediante gli impianti portuali».
«Ciò che serve - ha concordato il segretario generale dell'ECSA, Patrick Verhoeven - sono impianti portuali di raccolta che includano strutture per trattare nuovi tipi di rifiuti, un sistema di tariffazione ragionevole e armonizzato e una corretta applicazione della direttiva». Verhoeven ha confermato che ECSA e CLIA garantiscono il loro impegno impegnati nel contribuire al processo di revisione della direttiva.
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