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Venerdì il Consiglio dei ministri spagnolo approverà il provvedimento sul lavoro portuale
La riunione odierna tra governo, sindacati e parti datoriali si è conclusa con una fumata nera
14 febbraio 2017
Si è conclusa con una fumata nera, di un nero fitto e tetro, il nuovo incontro tenutosi oggi tra il governo spagnolo, i sindacati e le organizzazioni datoriali sulla questione del lavoro portuale. Se ieri le parti, pur evidenziando l'allargamento della frattura nelle trattative, avevano lasciato un seppur minimo spiraglio da cui intravedere il possibile raggiungimento di un accordo ( del 14 febbraio 2017), questa sera non sembrano esserci più dubbi: lo scontro già in atto, che si è concretizzato in azioni di protesta che hanno rallentato l'attività nei porti, diventerà una protesta che rischia di paralizzare l'operatività sulle banchine.
Terminata la riunione, infatti, il segretario di Stato alle Infrastrutture, trasporti ed edilizia, Julio Gómez-Pomar, ha lapidariamente annunciato che venerdì prossimo il Consiglio dei ministri approverà il regio decreto legge sul lavoro portuale. La dichiarazione del rappresentante del governo non è stata di soddisfazione per aver concluso positivamente la riunione con un accordo che potrà essere ratificato dal governo. Anzi, il numero due del Ministero dello Sviluppo economico si è lamentato perché il documento presentato oggi dai sindacati insiste sulla posizione già espressa dai rappresentanti dei lavoratori: «ci sorprende - ha dichiarato Gómez-Pomar, ricordando che questo punto è stato respinto dalla Commissione Europea in quanto in contrasto con la sentenza della Corte di Giustizia dell'UE dell'11 dicembre 2014 - che il documento presentato dalle organizzazioni sindacali insista nuovamente e ripetutamente sulla creazione di un registro».
Il sottosegretario Gómez-Pomar non ha risparmiato critiche anche alla proposta presentata dall'Asociación Nacional de Empresas Estibadoras y Consignatarias de Buques (ANESCO), l'organizzazione che rappresenta i terminalisti portuali spagnoli. Ieri l'ANESCO aveva protestato per quelle che ha definito azioni illegali di sciopero che sono state attuate per fare pressioni su imprese associate che non hanno sottoscritto l'accordo con i sindacati, azioni - ha denunciato l'associazione - accompagnate in alcuni casi da atti vandalici, che stanno causando perdite economiche per le imprese e colpiscono l'intero settore della logistica. Questa sera Gómez-Pomar ha accusato che la proposta presentata dell'ANESCO «si oppone alla maggior parte degli elementi di flessibilità contenuti nel regio decreto legge».
Il segretario ha rimarcato che il Ministero ha introdotto invece una serie di miglioramenti al testo del provvedimento che consentono la maggior flessibilità possibile a garanzia dell'occupazione, misure che resterebbero in vigore per un periodo transitorio di tre anni.
Se da un lato Gómez-Pomar ha fatto appello alla responsabilità, alla ragionevolezza e alla coerenza di tutti i gruppi parlamentari per risolvere la questione, dall'altro ha denunciato le posizioni intransigenti e le azioni di pressione sulle imprese, molte delle quali - ha specificato - sono state coinvolte «in una trattativa indesiderata».
Sottolineando che tutti sono pienamente consapevoli del ruolo delicato dei porti e dell'impatto che potrà avere sulla loro attività e sull'intera economia spagnola lo sciopero indetto dai sindacati, il sottosegretario ha concluso confermando che il governo garantirà lo svolgimento dei servizi minimi.
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