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Angopi, le norme italiane che regolano i servizi tecnico-nautici funzionano bene
Agli ormeggiatori, piloti e rimorchiatori del porto di Genova il Premio per la Sicurezza del Trasporto marittimo 2016
26 maggio 2017
«Quando si parla di sicurezza non si parla di un costo improprio, un accessorio, ma di una forma di investimento che offre garanzia di qualità al servizio, al porto, al bene comune». Lo ha sottolineato il presidente dell'Associazione nazionale Gruppi Ormeggiatori e Barcaioli Porti Italiani (Angopi), Cesare Guidi, nel corso del “2° Forum nazionale sulla sicurezza nei porti” organizzato dall'associazione che si è tenuto oggi al Palazzo dei Congressi a Ravenna.
Nel suo intervento Guidi ha evidenziato che «il modello organizzativo definito dal legislatore, che vede i servizi tecnico-nautici operare sotto il controllo e la vigilanza dell'Autorità Marittima, ha dimostrato di funzionare bene, fornendo ai porti un presidio di sicurezza, economicamente sostenibile, il cui apporto va abbondantemente oltre la sola attività istituzionale».
Il presidente di Angopi si è soffermato anche sulla legge 230/2016 che ha apportato modifiche al codice della navigazione in materia di responsabilità dei piloti dei porti e disposizioni in materia di servizi tecnico-nautici: si tratta - ha sottolineato - di una norma «di straordinaria importanza» che disciplina l'erogazione e le circostanze che giustificano l'obbligatorietà del servizio di ormeggio, «individuando in un decreto ministeriale il provvedimento per la sua regolamentazione, che viene quindi sottratta dalle condizionanti pressioni locali e garantisce l'applicazione di criteri uniformi al riguardo, evitando che la sicurezza possa essere strumentalizzata a fini anticoncorrenziali».
Concorde l'ammiraglio Giovanni Pettorino, direttore marittimo della Liguria e comandante del porto di Genova: con la 230/2016 - ha rilevato - «siamo finalmente usciti dal localismo».
Anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, ha insistito sulla validità delle nuove norme in materia portuale, che hanno consentito di abbandonare una visione ristretta della portualità italiana: ringraziando gli operatori dei servizi tecnico-nautici per la loro attività nell'assicurare che i traffici e la capacità dei porti crescano in piena sicurezza, Delrio ha osservato che «il lavoro che il Parlamento ha fatto sulla riforma dei porti ha dimostrato che l'Italia è capace di cooperare e non solo di viversi nel particolarismo».
Il ministro ha ribadito anche la necessità di ridurre il traffico stradale utilizzando le autostrade del mare e le ferrovie: «non voglio più camion sulle strade della penisola sopra i 500 chilometri - ha affermato - si usi la ferrovia e le navi. Abbiamo provvedimenti che vanno nella direzione di favorire il pagamento di basse tasse sulle merci via ferro e via mare».
Nell'occasione del 2° Forum sulla sicurezza il Comando Generale delle Capitanerie di Porto ha firmato un protocollo di intesa con l'Angopi per la costituzione di squadre operative di pronto intervento in occasione di sinistri marittimi. «Si tratta - ha ricordato l'associazione degli ormeggiatori e dei barcaioli - della concreta applicazione di uno degli otto punti che erano stati individuati in occasione del 1° Forum nazionale sulla sicurezza dei porti e che conferma sia lo stretto legame fra le autorità marittime e i gruppi ormeggiatori dei porti italiani, sia l'indissolubile legame delle attività da questi ultimi prestate con la sicurezza della navigazione».
Nel corso della giornata il ministro Delrio e l'ammiraglio Pettorino hanno consegnato il Premio per la Sicurezza del Trasporto marittimo 2016 ai rappresentati degli ormeggiatori, dei piloti e dei rimorchiatori del porto di Genova, rispettivamente Alessandro Serra, John Gatti e Alberto Delle Piane. Il premio è stato conferito - recita la motivazione - per «estremo coraggio ed elevata perizia marinaresca» con riferimento particolare a due operazioni esemplari, scelte da una apposita commissione composta da un ufficiale superiore del Corpo delle Capitanerie di Porto e da un funzionario della Direzione Generale per la vigilanza sulle Autorità portuali. Un'operazione è stata il complesso piano di trasferimento del relitto della Costa Concordia, naufragata nel gennaio 2012 davanti all'isola del Giglio, l'altra risale al 4 marzo del 2015 quando, a causa di un vento fortissimo con raffiche di oltre 100 km orari, si strapparono gli ormeggi della portacontainer COSCO Africa, ormeggiata nella zona di estremo levante del terminal VTE a Genova: dopo ore e ore che videro impegnati i servizi tecnico-nautici del porto di Genova per tentare di riportare la nave di oltre 350 metri all'ormeggio, la decisione di uscire dal porto per evitare una collisione della COSCO Africa con la Costa Concordia. La prima operazione è stata premiata come esempio di un perfetto coordinamento nel caso di una operazione programmata, mentre nel caso della COSCO Africa i servizi tecnico-nautici hanno dimostrato la loro efficienza in una situazione di emergenza.
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