- Il porto belga di Ghent e i porti olandesi di Vlissingen e Terneuzen potrebbero essere posti sotto un'unica amministrazione portuale. La società pubblica Ghent Port Company, che gestisce lo scalo belga, e Zeeland Seaports, la società pubblica che gestisce i due scali olandesi, hanno annunciato la presentazione ai rispettivi azionisti di un piano di fusione, operazione che avverrebbe garantendo una partecipazione paritetica al nuovo ente portuale.
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- In base allo studio su cui è basato il progetto di fusione, il valore totale del capitale azionario della nuova joint venture 50:50 ammonterebbe a circa un miliardo di euro. Dopo la fusione il capitale della nuova società dovrebbe essere suddiviso tra la provincia olandese dello Zeeland, a cui andrebbe il 25% del capitale, le amministrazioni comunali olandesi di Borsele (8,33%), Terneuzen (8,33%) e Vlissingen (8,33%), le amministrazioni comunali belghe di Ghent (48,52%), Evergem (0,03%) e Zelzate (0,005%) e la provincia belga dell'East Flanders, che avrebbe l'1,444% del capitale.
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- La nuova società chiamata a gestire i porti avrebbe sede in Olanda e un ufficio nel nuovo edificio in costruzione che ospiterà la nuova sede della Ghent Port Company. La joint venture verrebbe guidata da due persone, ovvero gli attuali amministratori delegati al vertice della Ghent Port Company e di Zeeland Seaports. I consigli direttivi delle due autorità portuali verrebbero sostituiti da un consiglio di sorveglianza costituito da quattro rappresentanti di parte olandese e quattro di parte belga e almeno quattro di questi membri non dovranno avere incarichi politici. Gli attuali dipendenti delle due autorità portuali manterrebbero il loro posto di lavoro.
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- Il progetto di fusione prevede che le due attuali autorità portuali non vengano soppresse ma trasformate in filiali della joint venture e che, pertanto, il flusso di imposte generato dall'attività dei porti confluisca comunque nelle casse dei due Stati passando attraverso le due autorità portuali.
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- Secondo le previsioni, il progetto sarà preso in esame dalle amministrazioni comunali e provinciali coinvolte nei prossimi mesi di ottobre e novembre. Per essere approvato il progetto dovrà ottenere una maggioranza pari almeno al 76% degli azionisti delle due parti; tuttavia i principali azionisti potranno decidere di opporsi all'attuazione dell'iniziativa esercitando un diritto di veto.
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