- In occasione della London International Shipping Week, l'evento internazionale del mondo marittimo in corso a Londra, il governo inglese ha voluto rassicurare gli operatori nazionali del settore sull'impatto che l'uscita del Regno Unito dall'Unione Europea avrà sullo shipping britannico.
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- Ieri, in occasione di un incontro con i rappresentati dello shipping al numero 10 di Downing Street che ha dato il via all'evento internazionale, il ministro dei Trasporti, Chris Grayling, ha sostenuto che il governo ritiene che la Brexit non costituirà un freno ma piuttosto un'opportunità per l'industria marittima britannica, che potrà sviluppare le attività commerciali, incrementare i posti di lavoro e usufruire di maggiori investimenti nel campo delle nuove tecnologie. Affinché lo shipping britannico possa cogliere tali occasioni, Grayling ha assicurato l'impegno del governo a collaborare con il settore per definire «un ambizioso piano di esportazioni» nel momento in cui la Brexit sarà attuata.
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- Il governo di Londra ha specificato che il proprio impegno consisterà nel creare un piano che traguarderà il 2050 per sviluppare l'industria marittima, nel collaborare con gli operatori del settore per sviluppare lo shipping grazie a nuove opportunità commerciali, nell'incentivare le imprese dello shipping a raddoppiare le possibilità di forme di apprendistato lanciando un programma di sviluppo dell'industria navalmeccanica nazionale nell'ambito della National Shipbuilding Strategy, il programma di sviluppo della cantieristica navale nel settore militare con nuovi ordini per potenziare la flotta della Royal Navy.
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- «La nostra industria marittima, lungi dall'essere una storia del passato - ha affermato Grayling - è una fiorente storia di successo che vale circa 15 miliardi di sterline all'anno per la nostra economia e che sostiene un quarto di milione di posti di lavoro. Questo governo è determinato a lavorare con l'industria marittima per aiutarla a crescere notevolmente e per fare del Regno Unito un leader mondiale delle attività dello shipping».
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- Anche John Hayes, anch'esso ministro dei Trasporti, ha dipinto un quadro roseo dello shipping britannico post-Brexit ed ha sottolineato che «il governo sta lavorando ad un piano per raddoppiare la consistenza dell'UK Ship Register da 16 milioni a 30 milioni di tonnellate di stazza lorda dopo che avremo lasciato l'Unione Europea e istituito una nuova partnership con l'UE, elevando il Regno Unito dalla quindicesima posizione alla top ten delle nazioni marittime globali. Ciò - ha sostenuto Hayes - sarà un bene per il Regno Unito e contribuirà ad accrescere scambi commerciali ed esportazioni, a creare posti di lavoro e, in ultima analisi, a dare impulso all'economia in tutto il Regno Unito».
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- Hayes ha specificato tra le misure che consentiranno il raddoppio della consistenza della flotta che batte la Red Ensign ci saranno agevolazioni fiscali per le navi di bandiera britannica.
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- Hayes ha sottolineato inoltre che «il team dell'UK Ship Register ha compiuto grandi passi per far sì che la Red Ensign sia di maggiore interesse dal punto di vista commerciale per una comunità dello shipping del ventunesimo secolo. Ad esempio - ha spiegato il ministro - i responsabili della gestione clienti del registro sono disponibili 24 ore su 24, il che significa che il lavoro non è mai stato reso così facile. Il registro - ha ricordato Hayes - mostra la consistenza della nostra flotta, misurata in numero di navi e in tonnellaggio di stazza lorda, che è è cresciuta dell'11,5% tra il 2015 e il 2017. Negli ultimi due anni le nuove navi registrate da compagnie come la Atlantic Container Lines, la Stena e la Stolt Tankers hanno contribuito a far sì che il tonnellaggio di stazza lorda del Regno Unito sia aumentato da 14.470.895 a 16.067.921 tonnellate».
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- Nautilus International, l'unione sindacale che rappresenta oltre 22mila marittimi di Regno Unito, Olanda e Svizzera, ha accolto con favore l'impegno dichiarato dal governo di Londra di raddoppiare la consistenza della flotta di bandiera britannica, ma ha evidenziato che ciò è un bene se si traduce in un aumento dei posti di lavoro per i marittimi britannici. «Per la nostra crescita economica quale nazione marittima - ha rilevato il segretario generale dell'associazione sindacale, Mark Dickinson - offrire buone opportunità di lavoro ai marittimi del Regno Unito è importante tanto quanto il numero delle navi nel nostro registro. Ora - ha osservato Dickinson - è il momento giusto per valutare le modalità per aumentare il numero di marittimi del Regno Unito che lavorano su navi del Regno Unito, in particolare nel trasporto marittimo nazionale come quelli che operano tra i porti britannici e nei servizi offshore, e per assicurare che il futuro marittimo vada a beneficio di tutti. Quando la scorsa settimana ho incontrato John Hayes - ha detto Dickinson - ho riaffermato una serie di punti del nostro programma e lui si è dimostrato molto ricettivo. Spero che li terrà presenti così come ha in mente la crescita del registro dello shipping del Regno Unito».
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