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Angopi, l'amministrazione pubblica della portualità italiana è garanzia di tutela degli interessi nazionali
Guidi: «quanto mai attuale appare la disciplina codicistica degli “usi pubblici” del mare, meritoriamente tenuto in considerazione dal legislatore»
15 giugno 2018
L'amministrazione pubblica della portualità italiana è garanzia di tutela degli interessi nazionali. Lo ha sottolineato oggi il presidente dell'Angopi, Cesare Guidi, nel corso del convegno nazionale sul tema “Porti: controllo pubblico e snellezza operativa” che l'associazione nazionale ormeggiatori e barcaioli italiani ha organizzato a Castel dell'Ovo a Napoli.
«Quanto mai attuale - ha spiegato Guidi - appare la disciplina codicistica degli “usi pubblici” del mare, meritoriamente tenuto in considerazione dal legislatore, che con la legge di riforma portuale (legge 84/94) ha, fra l'altro, attribuito alle Autorità Portuali compiti di indirizzo, programmazione, coordinamento, promozione e controllo delle operazione portuali, prevedendo un regime concessorio per l'affidamento delle aree demaniali necessarie allo svolgimento delle medesime operazioni portuali».
Il presidente di Angopi ha sottolineato che questo impianto normativo «appare oggi più che mai funzionale alla tutela dell'interesse nazionale, soprattutto in un momento caratterizzato dalla prospettiva di ingenti investimenti derivanti da un ormai avviato progetto di costituzione di un nuovo aggregato geografico euroasiatico».
Per Guidi, «la prevista inalienabilità, incommerciabilità e inespropriabilità delle aree demaniali portuali e la conseguente possibilità di attribuire ai privati diritti di godimento sulle stesse solo attraverso atti di concessione rappresenterà uno strumento di tutela degli interessi nazionali, nonché di controllo della catena logistica, garantendo che soggetti privati possano gestire quelle aree solo svolgendo effettivamente un'attività che guardi agli interessi del porto e del sistema economico che su quel porto insiste».
Relativamente agli enti che amministrano queste aree demaniali portuali, nel suo intervento al convegno Gregorio De Falco, senatore del Movimento 5 Stelle, ha evidenziato l'importanza che sia confermata la natura di ente pubblico delle Autorità di Sistema Portuale ed ha insisto sul principio della separazione tra regolazione e attività di impresa nei porti italiani. De Falco ha rilevato che anche l'evoluzione del sistema portuale da semplice luogo di rifugio a snodo logistico della catena dei trasporti, passando per luogo di deposito delle merci e di trasformazione di materie prime, spinge nella direzione di «un controllo pubblico per vigilare sul fatto che le peculiarità del porto siano adeguatamente tenute in considerazione». Il senatore ha osservato inoltre che i compiti di promozione e coordinamento di forme di raccordo con i sistemi logistici portuali e interportuali dovrebbero essere meglio specificati, «attribuendo alle medesime Autorità - ha spiegato - un ruolo di garante dell'omogeneità della disciplina del lavoro fra l'ambito portuale e i sistemi logistici», assicurando quindi un «controllo pubblico sulla possibile integrazione verticale fra le attività economiche svolte in ambito portuale e quelle relative al sistema logistico con il quale l'AdSP tende ad integrarsi. Si tratta - ha concluso De Falco - di un controllo assolutamente necessario a evitare forme di dumping sociale».
La Confederazione Italiana Armatori «è assolutamente d'accordo con Angopi che sia ribadita la gestione pubblicistica dei porti», ha detto nel suo intervento il presidente di Confitarma, Mario Mattioli, specificando che questa è «una garanzia per tutto l'armamento e per lo sviluppo complessiva della portualità. I nostri porti però - ha precisato - devono essere sempre più competitivi e andare con decisione verso una semplificazione amministrativa». Mattioli ha rilevato che anche la natura del servizio di ormeggio come operatore interno alla pubblica amministrazione è «un passaggio fondamentale per tenere assieme competitività e sicurezza». Il presidente di Confitarma ha infine sottolineato che la sicurezza in ambito portuale «è un bene prezioso e
importante, però sulla sicurezza non bisogna fare barriere, ma costruire senza pregiudiziali».
Di sicurezza ha parlato anche l'ammiraglio Giovanni Pettorino. «Senza sicurezza non può esservi sviluppo duraturo», ha sottolineato il comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto che si è soffermato anche sull'emergenza migranti: «il nostro Paese negli ultimi quattro anni - ha ricordato - ha coordinato oltre 4.000 soccorsi portando al salvataggio di 600mila persone. Se questi temi non prendiamo lezioni da nessuno».
Riferendosi al rapporto tra parte pubblica e privata all'interno dei porti, il segretario generale dell'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti), Francesco Mariani, ha sostenuto che «i porti sono già liberalizzati. Ci sono porti, come quello di Genova, ad esempio - ha specificato - che sono totalmente terminalizzati». Mariani ha dedicato anche un passaggio al contratto unico dei lavoratori dei porti «che - ha evidenziato - va assolutamente salvaguardato».
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