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Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, vigileremo affinché la fusione Moby-Tirrenia non intacchi l'occupazione
I sindacati hanno presentato un emendamento al decreto legge Dignità su divieto pagamento in contanti
23 luglio 2018
Relativamente al progetto di fusione delle compagnie di navigazione Moby e Tirrenia CIN del gruppo Onorato Armatori ( del 18 giugno 2018), «qualsiasi eventuale riorganizzazione del personale amministrativo sarà preventivamente discussa con le organizzazioni sindacali come previsto dal Contratto Nazionale dei marittimi e ci hanno assicurato che in tutti i casi non ci saranno effetti negativi sui livelli occupazionali delle aziende». Lo hanno dichiarato oggi i segretari nazionali di Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti, Natale Colombo, Monica Mascia e Paolo Fantappiè, a seguito di un incontro tenutosi giovedì scorso con i dirigenti delle due compagnie.
«L'operazione, in base a quanto ci hanno riferito le aziende, che vedrà l'assorbimento di Moby in Tirrenia - hanno spiegato i tre rappresentanti dei sindacati - si sviluppa in varie fasi e tappe, a partire dalla presentazione di un progetto tecnico/giuridico, già depositato presso il Tribunale di Milano, e proseguirà con un cronoprogramma di eventi, passando per il coinvolgimento della struttura finanza di entrambe le società, fino all'approvazione delle assemblee ordinarie dei soci. Moby e Tirrenia prevedono che tutta l'operazione si possa concludere entro l'anno. Continueremo a vigilare e a monitorare affinché ciò che ci è stato garantito in termini di salvaguardia dei posti di lavoro e di tutele dei lavoratori sia mantenuto sotto tutti gli aspetti».
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno specificato che alla loro richiesta di dettagliare i possibili riflessi che il processo di fusione potrebbe avere sull'attuale forza lavoro, «la risposta è stata positiva in termini di tenuta occupazionale, scongiurando di fatto l'individuazione di futuri esuberi. È stata invece prevista la possibilità, fermo restando le attuali sedi di lavoro - hanno precisato le tre organizzazioni sindacali - di una riorganizzazione del lavoro per il settore amministrativo che verrà prioritamente presentata alle scriventi in modo che si possa sviluppare un confronto tra le parti nel rispetto di quanto previsto dal CCNL».
«Inoltre, relativamente alla circolare che prevede gli anticipi di denaro a bordo effettuati solo con strumenti tracciabili (bonifici) - hanno reso noto inoltre Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti - in attesa che si possa avere una modifica legislativa che deroghi da tale adempimento il settore marittimo, abbiamo convenuto di prevedere un aggiornamento delle somme da anticipare ai marittimi e previste a suo tempo nell'ultimo accordo aziendale, andando ad aumentarle».
Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti hanno spiegato che i dirigenti delle due compagnie hanno anche informato i sindacati che sono state ordinate in Germania due nuove ro-ro destinate al lungo raggio all'interno della flotta CIN e che vedranno l'impiego di circa 100 marittimi tra quelli in tabella di esercizio e le riserve.
A proposito della tracciabilità dei pagamenti dei salari ai marittimi, i segretari nazionali dei tre sindacati hanno annunciato di aver presentato «un emendamento per risolvere il problema nel settore dei marittimi italiani imbarcati su navi in servizio internazionale, insorto con l'obbligo del pagamento delle retribuzioni con sistemi tracciabili, che escludono denaro contante, previsto nell'ultima legge di bilancio. Gli anticipi sulle retribuzioni in contanti che il personale riceve a bordo - hanno sottolineato - sono fondamentali per consentire l'acquisto di beni e servizi primari a terra, quando le navi attraccano in porti commerciali esteri.
«Per questo - hanno concluso Colombo, Mascia e Fantappiè - abbiamo elaborato e presentato uno specifico emendamento alla Commissione Finanze della Camera dei Deputati, in occasione della discussione sul Decreto Dignità, di deroga per il settore marittimo, perché venga escluso dalla tracciabilità delle somme percepite a bordo nave nei servizi internazionali. La moneta elettronica, infatti, non è accettata in molti porti del mondo. Auspichiamo che il Parlamento dia seguito positivo a questa necessaria deroga per il benessere dei nostri marittimi».
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