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Nel 2017 il trasporto di merci via mare è cresciuto del +4,0% e nel periodo 2018-2023 la crescita media annua attesa è del +3,8%
Cinquantesimo rapporto annuale dell'UNCTAD sul trasporto marittimo
3 ottobre 2018
Nel 2017 il trasporto mondiale di merci via mare è cresciuto del +4,0% rispetto all'anno precedente segnando l'incremento percentuale più elevato dell'ultimo quinquennio. Lo evidenzia l'ultima edizione annuale dell'“UNCTAD Review of Maritime Transport”, l'analisi sul trasporto marittimo elaborata dalla Conferenza delle Nazioni Unite sul Commercio e lo Sviluppo (UNCTAD) che è giunta nel 2018 al 50° anno di pubblicazione. Lo scorso anno la flotta mondiale ha trasportato complessivamente 10,7 miliardi di tonnellate di carichi, con una crescita di 411 milioni di tonnellate sul 2016 di cui quasi la metà costituita da rinfuse secche.
Se nel 2017 quest'ultima tipologia di carichi ha registrato un aumento del +4,0% sull'anno precedente rispetto al +1,7% conseguito nel 2016, lo scorso anno - dopo due anni in cui sono state segnate le percentuali più contenute di aumento del traffico containerizzato mai registrate con un +1,1% nel 2015 ed un +3,1% nel 2016 - i trasporti containerizzati sono aumentati del +6,4%, che è la percentuale più elevata dal 2011. Complessivamente nel 2017 il trasporto containerizzato via mare è stato pari ad un totale di 148 milioni di container da 20' (teu).
Nel settore delle rinfuse liquide, lo scorso anno il trend di crescita dei trasporti marittimi di petrolio grezzo è risultato meno sostenuto con un aumento del +2,4% sul 2016, mentre i trasporti di prodotti petroliferi raffinati e di gas hanno segnato un incremento del +3,9%.
L'UNCTAD prevede che nel 2018 il trasporto di merci per via marittima registrerà nuovamente un aumento del +4,0%, con un rialzo dei volumi in tutti i principali segmenti merceologici e in particolare in quelli dei container e delle rinfuse secche che risulteranno superiori alla crescita delle rinfuse liquide. L'organizzazione delle Nazioni Unite prevede inoltre che nel periodo 2018-2023 il tasso annuo di crescita composto del trasporto marittimo sarà del +3,8%, con un +4,9% delle rinfuse secche, un +6,0% dei trasporti in container, un +1,7% dei trasporti di petrolio grezzo e un +2,6% dei prodotti petroliferi e del gas.
«Anche se le prospettive per il commercio marittimo sono positive - ha avvertito però il segretario generale dell'UNCTAD, Mukhisa Kituyi - queste sono minacciate dall'insorgere di guerre commerciali e dalle crescenti politiche di chiusura. L'escalation del protezionismo e le battaglie sulle tariffe all'insegna dell'“occhio per occhio” - ha rilevato Kituyi - potranno potenzialmente nuocere al sistema di scambi commerciali globali che sostiene la domanda di trasporto marittimo».
L'analisi annuale relativa al 2017 dell'UNCTAD prende in esame diversi aspetti del trasporto marittimo tra cui la consistenza della flotta mondiale, rilevando che lo scorso anno si è verificata una lieve ripresa della crescita della flotta che è risultata pari a 42 milioni di tonnellate di stazza lorda in più rispetto al 2016, per un incremento percentuale pari al +3,3%.
Quanto alla proprietà della flotta mondiale, nel 2017 la Grecia si è confermata in testa alla classifica con una flotta di 4.371 navi (+5,7% sul 2016) per una capacità di stiva di 330,2 milioni di tonnellate di portata lorda (+12,7%), di cui 774 navi (+6,3%) di bandiera nazionale per 65,0 milioni di tpl (+0,4%) e 3.597 navi di bandiera estera o internazionale (+5,5%) per 265,2 milioni di tpl (+16,1%). Secondo è il Giappone con una flotta di 3.841 navi (-3,2%) per 229,0 milioni di tpl (-2,3%), di cui 988 navi di bandiera nazionale (+18,3%) per 38,0 milioni di tpl (+32,2%) e 2.853 navi di bandiera estera (-9,0%) per 185,6 milioni di tpl (-7,3%). Al terzo posto la Cina con 5.512 navi (+11,1%) per 183,1 milioni di tpl (+15,2%), di cui 3.556 unità di bandiera nazionale (+16,8%) per 83,6 milioni di tpl (+12,9%) e 1.956 di bandiera estera (+2,1%) per 99,4 milioni di tpl (+17,3%). Quarta la Germania con 2.869 navi (-14,6%) per 107,1 milioni di tpl (-10,1%), di cui 319 di bandiera nazionale (+32,9%) per 11,7 milioni di tpl (+3,7%) e 2.550 di bandiera estera (-18,3%) per 95,4 milioni di tpl (-11,6%). Al quinto posto Singapore con una flotta di 2.629 navi (+3,0%) per 103,6 milioni di tpl (+8,7%), con una flotta di bandiera nazionale che - si desume raffrontando l'ultima analisi dell'UNCTAD rispetto a quella relativa al 2016 - sarebbe stata costituita da 240 navi di bandiera nazionale (-84,0%) per 2,2 milioni di tpl (-96,3%) e da 2.389 di bandiera estera (+126,7%) per 101,3 milioni di tpl (+202,0%), evidenziando quella che sarebbe stata un'emorragia dalla bandiera di Singapore di naviglio di proprietà riconducibile a Singapore.
Relativamente ai registri navali, nel 2017 Panama si è confermato al primo posto con 7.914 navi per 335,9 milioni di tpl rispetto a 8.153 navi per 334,4 milioni di tpl nell'anno precedente. Al secondo posto è salito il registro delle Isole Marshall con 3.419 navi per 237,8 milioni di tpl, rispetto a 2.942 navi per 200,1 milioni di tpl nel 2016, che ha scavalcato la Liberia classificatasi terza con 3.321 navi per 223,7 milioni di tpl rispetto a 3.185 navi per 206,3 milioni di tpl nel 2016.
Quanto al settore delle costruzioni navali, nel 2017 oltre il 90% della capacità costruttiva era presente in Cina, Corea del Sud e Giappone, mentre il 79% della capacità di demolizione navale era presente nell'Asia meridionale, in particolare in India, Bangladesh e Pakistan.
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