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Armatori e costruttori navali europei chiedono all'UE di passare dalle parole ai fatti nel contrasto alle pratiche commerciali sleali del Far East
ECSA e SEA Europe, chiediamo all'Europa di inviare un forte messaggio a sostengo di un commercio libero, equo e basato sulle regole
5 ottobre 2018
Le società armatoriali e le aziende navalmeccaniche europee invitano l'UE a passare dalla parole ai fatti in tema di contrasto alle pratiche commerciali sleali attuate nel Far East, in particolare tramite rilevanti finanziamenti pubblici erogati in Cina e in Corea del Sud, e di agire a favore della creazione di una situazione globale di parità di condizioni.
Riferendosi a recenti dichiarazioni di Cecilia Malström, commissario europeo al Commercio, contro tali pratiche condotte in Estremo Oriente e a sostegno degli interessi degli armatori e dei costruttori navali europei, l'European Community Shipowners' Associations (ECSA), l'organizzazione che rappresenta gli armatori europei, e SEA Europe, il cluster che raggruppa le associazioni dei costruttori navali e dei produttori di attrezzature per l'industria marittima, hanno manifestato apprezzamento per tali parole, ma hanno sottolineato la necessità di intraprendere azioni concrete e decise per contrastare queste pratiche, in quanto - hanno sottolineato - condizioni commerciali orientate al mercato, un commercio basato su regole e l'apertura dei mercati sono essenziali per consentire alle aziende europee del settore armatoriale e navalmeccanico di operare a livello internazionale.
«Le più recenti misure di sostegno della Corea del Sud - ha evidenziato il segretario generale di SEA Europe, Christophe Tytgat - sono un chiaro esempio di concorrenza sleale e falsata. Creando artificialmente una domanda attraverso aiuti di Stato, purtroppo la Corea del Sud ha contribuito al grave eccesso di capacità odierno nella costruzione di navi mercantili e nel trasporto marittimo, con conseguenze drammatiche e di vasta portata per tutti gli operatori del mercato, innanzitutto per la cantieristica navale europea e poi anche per gli armatori europei e per l'intera catena di valore del settore marittimo d'Europa. Ora - ha sottolineato Tytgat - l'Europa deve vigilare affinché le stesse pratiche commerciali sleali con gli stessi potenziali devastanti effetti non siano replicate in altri segmenti della costruzione navale e dello shipping».
Anche il segretario generale dell'ECSA ha puntato il dito in particolare contro la Corea: «il piano di riforme della Corea del Sud - ha spiegato Martin Dorsman - è molto allarmante per gli armatori e per l'industria cantieristica europei. Queste misure - ha precisato - creano condizioni di disparità, ostacolano il libero e equo accesso al trasporto marittimo internazionale e contribuiscono alla sovracapacità globale. Parte di questo piano - ha ricordato Dorsman - è anche volta ad assicurare volumi di carico per le navi battenti bandiera coreana, cosa che costituisce una misura di salvaguardia della bandiera di carattere particolarmente protezionistico. In un momento in cui le tendenze verso il protezionismo stanno aumentando - ha concluso il segretario generale dell'ECSA - chiediamo all'Europa di inviare un forte messaggio a sostengo di un commercio libero, equo e basato sulle regole».
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