- Gli operatori marittimi europei auspicano la prossima conclusione di un accordo reciprocamente vantaggioso tra Gran Bretagna e Unione Europea per l'uscita del Regno Unito dall'UE. Gli interessi in gioco sono estremamente rilevanti e le possibili preoccupanti conseguenze della Brexit per il settore marittimo sono state evidenziate in occasione dell'assemblea annuale dell'European Network of Maritime Clusters (ENMC) che si è tenuta a Malta martedì scorso, riunione alla quale ha partecipato per il cluster marittimo italiano la Federazione del Sistema marittimo italiano (Federazione del Mare) rappresentata dal segretario generale Carlo Lombardi.
-
- L'export di beni e servizi dall'UE a 27 verso la Gran Bretagna vale 365 miliardi di euro, pari al 54% di tutte le importazioni effettuate dal Regno Unito, mentre l'export britannico verso l'UE vale 274 miliardi, pari al 43% delle esportazioni totali del Paese. Gli scambi commerciali tra Italia e Gran Bretagna hanno raggiunto nel 2017 quota 34,5 miliardi di euro, di cui 23,1 miliardi di esportazioni verso la Gran Bretagna e 11,4 miliardi di euro di importazioni verso l'Italia.
-
- La Federazione del Mare ha sottolineato che in questa fase critica nei negoziati c'è bisogno di freddezza e di una attenzione mirata a raggiungere l'accordo sostenibile e reciprocamente vantaggioso su cui contano entrambe le parti. Inoltre l'intesa deve ridurre al minimo le difficoltà per le imprese marittime, evitando interruzioni nei porti e nei flussi lungo le complesse catene di approvvigionamento pan-europee. La Federazione ha evidenziato anche come le persone, che si tratti di naviganti o dei tanti altri che lavorano nel settore marittimo, siano spesso trascurate in questo dibattito e che l'accordo deve far sì che le popolazioni possano lavorare, vivere e muoversi in tutta Europa.
|