- Nel terzo trimestre di quest'anno il noleggiatore di container intermodale CAI International ha nuovamente registrato risultati economici record con ricavi che si sono attestati al picco trimestrale storico di 115,4 milioni di dollari, con un incremento del +28,1% sul terzo trimestre del 2017 e con un aumento di 9,7 milioni di dollari rispetto al precedente record trimestrale totalizzato nel periodo aprile-giugno di quest'anno. Anche il valore dell'utile operativo è il più rilevante mai ottenuto dall'azienda statunitense essendo risultato pari a 42,9 milioni di dollari (+34,4%). L'utile netto è ammontato a 21,7 milioni di dollari (+23,7%).
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- Nei primi nove mesi del 2018 i ricavi si sono attestati a 316,5 milioni di dollari, in crescita del +24,4% sul periodo gennaio-settembre dello scorso anno. Utile operativo e utile netto sono stati pari rispettivamente a 117,5 milioni di dollari (+57,5%) e 59,2 milioni di dollari (+66,7%).
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- Spiegando che il notevole dinamismo del mercato in cui opera l'azienda che ha caratterizzato il primo semestre di quest'anno è proseguito anche durante il terzo trimestre, il presidente e amministratore delegato di CAI International, Victor Garcia, ha precisato che il livello della domanda è stato elevato e ha specificato che CAI prevede che continuerà a rimanere tale grazie al miglioramento del contesto economico mondiale, domanda che la società ritiene continuerà a crescere non solo nei prossimi mesi ma anche nel 2019.
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- «Continuiamo ad essere ottimisti circa la domanda di container nel corso del prossimo anno - ha spiegato Garcia - e non crediamo che dazi e l'entrata in vigore della IMO 2020 (le norme che imporranno dal 1° gennaio 2020 la riduzione allo 0,5% del tenore massimo di zolfo nei combustibili utilizzati dalle navi, ndr) avranno un impatto negativo sulla nostra attività. Sino ad oggi non abbiamo visto alcun rallentamento della domanda di container a causa dei dazi e riteniamo che probabilmente la domanda di container rimarrà molto elevata sino alla fine dell'anno, dal momento che i caricatori tentano di evitare tariffe più elevate che potrebbero entrare in vigore all'inizio del 2019. Più a lungo termine riteniamo che la potenziale imposizione di dazi permanenti comporterà un'interruzione della supply chain in quanto i produttori reperiscono i materiali da altre regioni creando strozzature logistiche e aumentando la domanda complessiva di container. Inoltre non riteniamo che l'imposizione delle norme IMO 2020 che richiedono alle compagnie di navigazione di installare scrubber sulle loro navi o consumare fuel a basso tenore di zolfo avranno un impatto negativo sulla nostra attività. Le compagnie di navigazione stanno già programmando adeguamenti relativamente al costo del bunker per tenere conto di costi più elevati, costi che crediamo verranno trasferiti ai loro clienti sotto forma di maggiori costi di trasporto».
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