- Nel terzo trimestre di quest'anno i ricavi della compagnia di navigazione Moby del gruppo Onorato Armatori sono cresciuti del +3,5% essendo ammontati a 245,5 milioni di euro rispetto a 237,1 milioni di euro nel periodo luglio-settembre dello scorso anno. I costi hanno registrato un rialzo più accentuato essendosi attestati a 185,1 milioni di euro (+13,1%). L'EBITDA è risultato pari a 75,4 milioni di euro (-15,9%), l'utile operativo a 60,4 milioni di euro (-20,0%) e l'utile netto a 47,5 milioni di euro (-26,0%).
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- Nei primi nove mesi del 2018, periodo nel quale le navi della compagnia hanno trasportato 5,1 milioni di passeggeri e 6,2 milioni di metri lineari di rotabili, rispettivamente con un calo del -6,7% e un aumento del +11,0% sullo stesso periodo del 2017, Moby ha totalizzato ricavi pari a 478,8 milioni di euro (+0,6%), di cui 250,4 milioni generati dai servizi con la Sardegna (254,1 milioni nei primi nove mesi del 2017), 56,8 milioni dai servizi con la Sicilia (48,6 milioni), 43,8 milioni dai servizi per l'arcipelago toscano (44,3 milioni), 23,5 milioni dai servizi con la Corsica (23,7 milioni), 12,9 milioni dai servizi nel Mar Baltico (10,6 milioni), 5,2 milioni dai servizi per le Isole Tremiti e altre linee (7,9 milioni) a cui si aggiungono 59,8 milioni di sovvenzioni pubbliche per l'esercizio dei servizi per garantire la continuità territoriale con le isole (59,3 milioni). I costi sono ammontati ad un totale di 457,8 milioni di euro (+13,2%). L'EBITDA è risultato di 68,3 milioni di euro (-40,4%) e l'utile operativo di 21,1 milioni di euro (-70,6%). Moby ha archiviato i primi nove mesi di quest'anno con una perdita netta di -12,7 milioni di euro rispetto ad un utile netto di 39,6 milioni di euro nel periodo gennaio-settembre del 2017.
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- La compagnia ha specificato che i primi nove mesi del 2018 sono stati «condizionati negativamente da un incremento record del carburante e da investimenti in attività di start up che hanno iniziato in queste settimane a produrre risultati positivi conseguenti, ad esempio, la conquista di una quota superiore al 40% del mercato siciliano delle autostrade del mare». Moby ha precisato che dai risultati trimestrali a settembre presentati oggi agli investitori, che segnalano una flessione nell'EBITDA, «emerge con forza come il risultato sia stato condizionato per oltre il 50% dall'incremento record nel prezzo del bunker (oggi avviato verso un ridimensionamento), nonché dall'assenza di plusvalenze (presenti invece nei risultati relativi ai primi nove mesi del 2017)».
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- Moby ha reso noto che nel periodo di 12 mesi conclusosi lo scorso 30 settembre i costi per l'acquisto del fuel sono ammontati a 164 milioni di euro rispetto a 136 milioni di euro nel precedente periodo di 12 mesi.
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- «Forte di un incremento di oltre l'11% nei metri lineari di carico trasportati e di un fatturato in costante crescita - ha specificato ancora Moby - il gruppo si prepara oggi a raccogliere i benefici di un action plan destinato a impattare in modo determinante sui conti finali dell'anno, grazie a una serie di azioni positive già messe in campo». La compagnia ha ricordato che «l'action plan posto in atto passa attraverso una razionalizzazione delle linee, una ottimizzazione nell'uso della flotta, la cessione di alcuni assets e la rivalutazione di altri che, quantificati da valutatori esterni in oltre un miliardo di euro, confermano agli investitori una garanzia reale rispetto all'ammontare del loro credito».
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- «La chiusura della linea Nizza-Bastia, attesa avere un impatto positivo di almeno di due milioni sull'EBITDA e che comunque aveva calamitato un traffico di oltre 100.000 passeggeri, così come il noleggio della nuova nave Alf Pollak che ha incontrato per le sue caratteristiche tecniche uniche una domanda particolarmente favorevole del mercato delle navi ro-ro cargo, nonché la cessione di alcuni assets - ha evidenziato Moby - stanno già generando in modo determinante una vera inversione di tendenza sui risultati del gruppo, risultati sui quali stanno incidendo positivamente anche le innovazioni commerciali applicate in particolare sul traffico cargo, nonché le conseguenze positive attese dalle sinergie e dalla razionalizzazione che potranno derivare dalla fusione in corso fra Moby e Tirrenia Cin, in una sola società con sede in Sardegna».
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