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Toninelli: al porto di Gioia Tauro ho parlato con MCT e con MSC e ho chiesto a entrambi di potenziare gli investimenti
Ho promesso, per incoraggiarli - ha aggiunto il ministro - il massimo impegno del governo sul rilancio dell'intermodalità
19 dicembre 2018
Ieri il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli, ha visitato il porto di Gioia Tauro quale ultima tappa della sua missione in Calabria, scalo portuale di transhipment - ha ricordato il ministro - «che ha enormi potenzialità, da cui dipende il 40% dell'economia calabrese e che, tuttavia, vede il traffico container in continuo ed allarmante calo». «Ho parlato - ha spiegato Toninelli a conclusione della visita - con il concessionario del terminal MCT e con il suo socio e interlocutore che arriva qui con le navi, MSC. Ho chiesto a entrambi di potenziare gli investimenti e ho promesso, per incoraggiarli, il massimo impegno del governo sul rilancio dell'intermodalità nel segno del trasporto ferroviario. Non a caso a giorni sarà inaugurato un collegamento che porta i binari fino a mare. Ho incontrato anche - ha aggiunto il ministro - i rappresentanti dei lavoratori portuali che sono giustamente in ansia per un declino ingiustificabile che dobbiamo arrestare, invertendo la rotta».
Più critiche nei confronti dell'operato del terminalista Medcenter Container Terminal (MCT) del gruppo Contship Italia le dichiarazioni di Toninelli raccolte dai giornali calabresi in vista della visita al porto di Gioia Tauro. Secondo il ministro quella del porto calabrese è una situazione che «va presa per i capelli» in quanto «è un disastro»: «meno 16% i container nel 2017» - ha precisato Toninelli (in realtà lo scorso anno il traffico containerizzato nel porto di Gioia Tauro conteggiato in termini di contenitori da 20' movimentati è diminuito del -12,4%, ndr) - e «siamo già a meno otto in questo nel primo semestre. Non si può andare avanti in questa maniera». «Ci sono responsabilità? Sì - ha proseguito il ministro - ci sono responsabilità: nella convenzione che è stata stipulata c'erano degli impegni seppur di principio di investimenti che non sono stati fatti. Abbiamo incontrato questi interlocutori la settimana scorsa, abbiamo dato un ultimatum, un mese. In questo mese ci devono dare delle risposte chiare. Se non ci venissero date le risposte chiare in termini di investimenti significa che dovremo intervenire con una revoca graduale delle concessioni. Non c'è alternativa. Abbiamo già investitori che bussano alla porta al governo, se quelli che già ci sono e hanno le concessioni non vogliono rispettare gli investimenti promessi. Evidentemente revocandole gradualmente le daremo ad altri e penso che rilanceremo il porto di Gioia Tauro».
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