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Fit, Filt e Uilt: dalle istituzioni vogliamo risposte in tempi brevissimi per il rilancio del container terminal di Cagliari
Preannunciata per giovedì una grande mobilitazione con blocchi all'ingresso della città e nei varchi portuali
4 giugno 2019
I sindacati Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti lanciano un ennesimo allarme per la situazione di crisi in atto al Porto Canale di Cagliari e si dichiarano pronti alla mobilitazione alla luce di quella che sottolineano essere «una situazione imbarazzante per Cagliari e la Sardegna», con imprese portuali che - denunciano le organizzazioni sindacali - chiudono una dietro l'altra «con l'indifferenza totale di enti e istituzioni che invece dovrebbero agire nell'immediato ponendo rimedio a questo drammatico scenario». Filt, Fit e Uilt confermano che la situazione sembra tutt'altro che migliorare: «dopo la CTS Srl messa in liquidazione lo scorso aprile e i suoi 16 dipendenti mandati a casa senza nessun preavviso e la MTS che ha licenziato i suoi sei dipendenti qualche settimana fa, ora - spiegano i sindacati - è possibile che arrivi il turno per CICT e ITERC e i loro quasi 300 lavoratori dipendenti che ad oggi non hanno ancora ricevuto lo stipendio di maggio».
«La situazione - specificano Corrado Pani segretario regionale della CISL Trasporti, Massimiliana Tocco, segretaria generale della Filt Cgil di Cagliari, e Valerio Mereu, segretario regionale Uiltrasporti - è oramai divenuta critica. Se ripianare le perdite di esercizio di CICT (la società del gruppo Contship Italia che gestisce il container terminal al Porto Canale di Cagliari, ndr), deciso nell'ultimo Cda, poteva rappresentare una boccata di ossigeno e ridare un po' di speranza a centinaia di lavoratrici e lavoratori, diretti e indiretti, in realtà la mancata erogazione dello stipendio di maggio ai lavoratori delle due imprese è un chiaro segnale di come il terminal container si stia avviando ad una rapida chiusura. È imbarazzante - osservano Pani, tocco e Mereu - assistere alla preoccupazione e all'angoscia di centinaia di lavoratori e delle loro famiglie che rischiano di rimanere senza lavoro se pensiamo che il tutto sta avvenendo nel più totale silenzio e indifferenza della politica sarda e nazionale nonostante i numerosi incontri avuti con prefetto e ministri e le promesse fatte».
«Non c'è - proseguono Pani, tocco e Mereu - più tempo da perdere. Basta riempirsi la bocca con la crisi del porto canale oramai chiara a tutti, servono i fatti. Chiediamo, anzi pretendiamo che il prefetto intervenga con urgenza affinché venga convocato urgentemente il tavolo di crisi presso il Ministero dei Trasporti e dello Sviluppo economico alla presenza dei sindacati di categoria e confederali cosi come promesso anche dai ministri Di Maio e Salvini durante gli ultimi incontri avuti con Fit, Filt e Uilt. Servono provvedimenti urgenti affinché tutti i lavoratori coinvolti riescano a restare dentro il sistema porto impedendo così ulteriori licenziamenti ma, al contempo, Regione Sardegna, Autorità di Sistema Portuale e ministeri competenti devono pensare subito a tutti quegli interventi necessari per il rilancio del terminal container. Vogliamo risposte in tempi brevissimi ed è per questi motivi - annunciano i segretari delle tre organizzazioni sindacali - che giovedì 6 prossimo saremo pronti ad una grande mobilitazione con blocchi all'ingresso della città e nei varchi portuali. Non ci fermeremo e se sarà necessario per avere la giusta attenzione che meritiamo sarà mobilitazione ad oltranza».
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