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Ai sindacati è arrivata conferma via pec dell'avvio della procedura di licenziamento dei lavoratori della CICT
Deiana ribadisce che, contrariamente a quanto alcuni affermano, il porto di Cagliari è aperto ai traffici e perfettamente operativo in tutti i suoi settori
19 giugno 2019
Mentre oggi i sindacati hanno avuto conferma attraverso una lettera inoltrata via posta elettronica certificata dell'avvio della procedura di licenziamento dei 210 lavoratori della Cagliari International Container Terminal (CICT), la società che gestisce il container terminal al Porto Canale di Cagliari, comunicazione che ha indotto le organizzazioni sindacali a indire per domani a partire dalle ore 11.00 una grande mobilitazione sotto il palazzo del consiglio regionale, il presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna, Massimo Deiana, sta cercando di convincere tutti che «il Porto Canale non è chiuso», sottolineando che «chi sostiene il contrario mistifica pericolosamente la realtà e danneggia la reputazione commerciale dello scalo di Cagliari a livello internazionale».
In risposa alle dichiarazioni di alcuni esponenti politici, Deiana ha ribadito che, «contrariamente a quanto alcuni affermano, Cagliari è aperto ai traffici e perfettamente operativo in tutti i suoi settori: ro-ro, rinfuse, passeggeri, crociere, semirimorchi e auto. Per quanto riguarda i container - ha chiarito il presidente dell'AdSP - nonostante il recente annuncio di un importante terminalista di chiudere la sua attività e licenziare il proprio personale, confermo ancora una volta che lo scalo è e rimane comunque in grado di ricevere e spedire container attraverso altri operatori che si stanno facendo carico del traffico».
«Quello che Cagliari e l'intera Sardegna stanno attraversando - ha proseguito Deiana - è un momento di transizione molto delicato. Allarmare i mercati con notizie infondate, che vengono riverberate a livello globale su internet, rischia di allontanare i nostri interlocutori e scoraggiare quei potenziali investitori che potrebbero garantire nuova linfa vitale allo scalo con l'attivazione di traffici e commesse. È in gioco la credibilità del porto e dell'intera comunità portuale che, credo sia sotto gli occhi di tutti, non ha mai avanzato ipotesi di interruzione del lavoro, ma, anzi, sta combattendo con grande senso di responsabilità per conservare i traffici. Lanciare irresponsabili parole al vento, oggi, danneggia tutti loro».
Quanto alla comunicazione ufficiale ai sindacati dell'avvio della procedura di licenziamento per i lavoratori della società terminalista, il segretario regionale di Fit Cisl, Corrado Pani, ha precisato che era auspicata «un'inversione di marcia da parte dell'assemblea dei soci CICT che doveva essere l'unica possibilità per ridare speranza ad un porto canale oramai stremato anche alla luce di quanto espresso dal Cda nell'ultimo incontro dello scorso 7 giugno. In realtà - ha rilevato Pani - assistevamo inermi ad un porto gravemente malato, in rianimazione, convinti più che mai che potesse farcela e risollevarsi. Invece hanno voluto togliere la spina a tutti i costi e farlo morire, nonostante le promesse e gli impegni presi nei due incontri avuti al Ministero dei Trasporti nel quale sembrava ci fossero tutte le condizioni per salvaguardare i livelli occupazionali e riprogettare il suo rilancio con provvedimenti importanti a medio lungo termine. È - ha denunciato il rappresentante di Fit Cisl - l'ennesima doccia fredda, ma non ci fermeremo qua a prescindere da quanto dichiarato dall'assemblea dei soci. Regione Sardegna e Ministeri competenti si assumano le loro responsabilità dimostrando ora più che mai un impegno forte a tutela di tutti i lavoratori nonostante in tutto questo tempo non si sia fatto nulla restando silenti e impassibili. Non si possono mandare sulla strada 300 famiglie senza aver prima perseguito soluzioni alternative e possibili al licenziamento. Cagliari e il suo territorio non può permettersi e non merita un finale di questo tipo».
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