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Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno indetto per il 24 luglio uno sciopero generale dei marittimi
Tra le richieste, una riforma del Collocamento della Gente di Mare e l'inserimento della clausola sociale nei bandi per l'assegnazione delle concessioni marittime
16 luglio 2019
Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno indetto per il prossimo 24 luglio uno sciopero generale dei marittimi. In una nota le organizzazioni sindacali hanno spiegato che, «a oltre un anno dal suo insediamento, è arrivato il momento di richiamare il governo alle sue responsabilità rispetto al settore. Un esecutivo - hanno denunciato - che ha scelto di non aprire alcun tipo di confronto strutturato con il sindacato dei trasporti e che non accenna a compiere le scelte necessarie rispetto al sistema complessivo di trasporto, delle infrastrutture esistenti e da programmare, di regole per il corretto funzionamento della mobilità di persone e di merci».
Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno rilevato che «le criticità non risolte dei vari segmenti del settore» stanno determinando «una perdita di efficienza del sistema produttivo italiano e stanno compromettendo il futuro delle lavoratrici e dei lavoratori dei trasporti, con il rischio di ulteriori perdite di posti di lavoro qualora non si intervenisse rapidamente. In questo quadro - hanno specificato - diventa complesso anche il rinnovo di contratti nazionali in grado di dare certezze normative e recupero salariale».
I sindacati hanno precisato che lo sciopero è volto ad avviare un confronto con il governo e a sollecitare «una coerente e stabile politica delle infrastrutture che sono il principale moltiplicatore del benessere economico, sociale ed ambientale di uno Stato; una politica dei trasporti che non sia solo considerata spesa pubblica ma investimento sulla competitività del territorio e sua vivibilità; regole chiare e trasparenti, che impediscano la concorrenza al ribasso tra le imprese e che diano priorità alla sicurezza, alla regolarità e alla tutela ambientale; nuove e più equilibrate regole sul diritto di sciopero che non tengano ostaggio i cittadini di poche e piccole sigle sindacali e che però obblighino le imprese a rispettare gli accordi».
Relativamente al trasporto marittimo, sottolineando che rappresenta un punto fondamentale dell'economia italiana ed un settore dove si continua ad investire soprattutto sulla flotta per navi più moderne e più ecologiche, Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti hanno evidenziato che per accompagnare questo importante processo di crescita «sono impegnate a traguardare il rinnovo del CCNL di categoria per dare le giuste risposte alle legittime aspettative del mondo del lavoro, considerando le profonde evoluzioni che lo stesso sta registrando per essere al passo nelle grandi sfide globali. C'è bisogno - hanno sottolineato - di dare continuità al lavoro sin qui svolto con precise scelte che salvaguardino l'occupazione e le professioni. Va smosso il lassismo burocratico ed il susseguirsi di norme tecniche troppo stringenti in particolare per quelle relative allo svolgimento dell'attività lavorativa degli ufficiali di coperta e di macchina con l'istituzione dei corsi obbligatori».
«Come organizzazioni sindacali - hanno ricordato Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - fin dal 2016 abbiamo esposto al Ministero le nostre perplessità, avvertendo che la scadenza dei certificati richiesti per lo svolgimento dell'attività marittima, avrebbe provocato problemi soprattutto ai marittimi italiani, a causa dei ritardi con cui è stata adeguata la legislazione italiana alle norme internazionali (dal 2010, si è aspettato il marzo 2016 per fornire le indicazioni sulla tipologia di formazione richiesta) e della eccessiva rigidità con cui poi lo stesso ministero ha recepito le norme. C'è bisogno di stare al passo con gli altri Paesi della Comunità Europea nel recepimento delle norme provenienti dagli organismi internazionali i cui contenuti vanno applicati, in maniere tempestiva e senza ulteriori vincoli legislativi perché ne limiterebbero fortemente l'operatività».
«Al governo - prosegue la nota - continuiamo a richiedere la definitiva emanazione dei decreti attuativi che disciplinino il Collocamento della Gente di Mare, riformato con il DPR 231/2006 e chiamato, ora più che mai, a dirimere forti criticità radicate derivanti dalla mancata conoscenza della consistenza, in tempo reale, dei marittimi sbarcati piuttosto che dei marittimi in cerca di prima occupazione. Infatti, il Collocamento della Gente di Mare, la cui organizzazione attualmente è gestita dalle Capitanerie di Porto, non risulta più rispondente alle esigenze del mercato marittimo ed ha urgente bisogno di essere riformato. Anche le modalità di reclutamento del personale sono obsolete e basate sul cosiddetto metodo “della chiamata” tramite le stesse Capitanerie che non utilizzano strumenti informatici inseriti in un sistema a rete. In questa direzione è indispensabile un processo di riforma del Collocamento della Gente di Mare, che veda un'anagrafe nazionale aggiornata in tempo reale con la registrazione di tutte le certificazioni in possesso. Quanto sopra, unitamente al sistema Unimare, già attivo presso il Ministero del Lavoro, consentirebbe a tutti i soggetti interessati di avere in tempo reale le informazioni di tutto il personale disponibile all'imbarco con i relativi requisiti previsti dalle normative vigenti. Infatti, l'assenza di un censimento aggiornato determina ancora oggi, una sostanziale incertezza in merito al reale numero di lavoratori marittimi abilitati all'imbarco ed in attesa di occupazione. Pertanto, non siamo in grado ad oggi di avere un quadro completo della percentuale di disoccupazione nel settore marittimo. La proposta sopra evidenziata permetterebbe un sostanziale incrocio tra la domanda e l'offerta di lavoro orientando, di fatto, anche la programmazione degli istituti scolastici sulla base delle reali esigenze formative di mercato».
«Per quanto riguarda la formazione del personale marittimo - hanno precisato ancora Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - riconfermiamo che la stessa deve essere a totale carico economico delle società armatoriali in quanto funzionale soprattutto agli obblighi previsti dalla normativa per la sicurezza della navigazione. Nel contesto, evidenziamo la mancanza ancora di percorsi scolastici per le nuove figure previste dalla STCW, come nel caso specifico dell'ETO (Electron Technical Officerà)».
I sindacati hanno rimarcato inoltre che , nella predisposizione dei prossimi bandi di gara per l'assegnazione delle concessioni marittime, ritengono imprescindibile «un confronto con il MIT affinché venga inserita la clausola sociale a protezione di tutto il personale dipendente come garanzia e tutela di tutti i posti di lavoro, coinvolti nel bacino di utenza oggetto della nuova assegnazione concessoria, facendo sì che proseguano la propria attività lavorativa con il nuovo gestore aggiudicatario senza soluzione di continuità. Infine, considerando le difficoltà, i disagi ed il contesto particolare in cui il lavoratore marittimo è chiamato a svolgere la propria prestazione - hanno sottolineato Filt Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti - riteniamo che tale attività venga configurata quale lavoro usuranti».
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