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Per la Sardegna il valore aggiunto generato dall'economia del mare è di 1,6 miliardi di euro
L'isola conta oltre 600 imprese del cluster marittimo
27 settembre 2019
Lo scorso anno il sistema dei porti sardi, costituito dagli scali di Cagliari, Olbia, Porto Torres, Oristano, Golfo Aranci, Porto Vesme e Santa Teresa di Gallura, ha movimentato 47,7 milioni di tonnellate di merci e 6,3 milioni di passeggeri, traffici che rappresentano rispettivamente il 10% e il 12% del totale nazionale. I dati sono stati evidenziati oggi nel corso del seminario dal titolo “L'economia del mare - Opportunità di sviluppo per la Sardegna” che è statoo spitato dall'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sardegna nella sala congressi del Molo Ichnusa a Cagliari ed è stato occasione della presentazione di un focus sulla Sardegna di Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM) del gruppo Intesa Sanpaolo.
«Il sistema portuale della Sardegna - ha commentato il direttore regionale di Lazio, Sardegna e Sicilia di Intesa Sanpaolo, Pierluigi Monceri - deve sempre più puntare sui driver che rappresentano la sua vocazione e nel contempo attivare iniziative che consentano di attrarre nuovi traffici. Le crociere e la nautica da diporto hanno un notevole impatto moltiplicativo sull'economia di un territorio per cui vanno sostenute ed intraprese strategie finalizzate ad avere traffici durante tutto l'anno. Occorre puntare ad accogliere investimenti logistici e per questo è necessario progettare strumenti che ne favoriscano la loro attrazione ed in tale direzione sottolineiamo la rilevanza strategica della Zona Economica Speciale. Il “porto del futuro” - ha rilevato Monceri - a nostro giudizio deve garantire al territorio: internazionalizzazione, logistica e sviluppo del turismo e sono questi i tre imperativi su cui Cagliari ed il sistema portuale della Sardegna deve impostare la propria crescita”.
«I nostri studi - ha spiegato il direttore generale di SRM, Massimo Deandreis - evidenziano un Mediterraneo sempre dinamico con il canale di Suez che continua a segnare record importanti in termini di passaggio di navi e merci. Resta da affrontare per il nostro Paese il tema della competitività portuale poiché ormai tutti gli scali dell'area Med stanno effettuando investimenti in infrastrutture e piattaforme logistiche in grado di rendere più fluidi i flussi in import ed export delle merci. Dobbiamo quindi renderci conto che un comparto, come quello della filiera logistica, che porta al nostro Paese 40 miliardi di euro di valore aggiunto, deve essere valorizzato con decisione e fermezza; ed in prima fila deve essere posto il rilancio della portualità della Sardegna che vanta la presenza di un importante scalo come Cagliari e di una Zona Economica Speciale che può dare un'importante mano ad attirare investimenti e quindi risorse finanziarie per lo sviluppo e l'occupazione».
Nel corso dell'incontro è stato specificato che la Sardegna ha un valore aggiunto generato dal totale dei settori connessi all'economia del mare pari a 1,6 miliardi di euro, il 5,3% del totale del valore aggiunto del territorio. Con oltre 600 imprese del cluster marittimo, è settimo in Italia (7% del totale nazionale). Inoltre il trasporto marittimo è fondamentale per l'internazionalizzazione dell'economia della Sardegna: il 97% dell'import-export del territorio avviene “via mare” (in Italia il 37%), si tratta di 12,9 miliardi di euro (+14%), e per il 90% del totale è costituito da scambi legati a prodotti oil&gas, coke e raffinati.
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