- Oggi a Roma, presso la sede della Confederazione Italiana Armatori (Confitarma), si è tenuto un incontro tra Italia e l'Indian Ocean Rim Association (IORA), organizzazione intergovernativa costituita nel 1997 a cui oggi aderiscono 22 stati membri e nove dialogue partner, che è stato dedicato al tema “Blue economy e collaborazione Italia-IORA: la decarbonizzazione del trasporto marittimo”. La riunione è stata organizzata da Diplomacy nell'ambito del Festival della Diplomazia, in collaborazione con il ministero degli Affari esteri e la presidenza sudafricana di IORA e con il supporto della Federazione del Mare in rappresentanza del cluster marittimo italiano.
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- Nella sua relazione il direttore della IORA, Gatot Hari Gunawan, ha ricordato che le recenti conferenze ministeriali dei Paesi IORA hanno creato una base per elaborare strategie volte a rafforzare la cooperazione sulla crescita dell'economia blu nell'Oceano Indiano sulle principali tematiche l'acquacoltura, il turismo marittimo, il coinvolgimento del settore privato nelle infrastrutture, la rete portuale, l'inclusione finanziaria, l'esplorazione e lo sfruttamento sostenibili di varie risorse viventi e non viventi dai mari e affrontare la minaccia di inquinamento marino e detriti di plastica.
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- Laurence Martin, capo servizio relazioni internazionali di Confitarma, ha sottolineato come la decarbonizzazione sia una priorità dell'industria marittima. Il primo obiettivo è alle porte con l'adeguamento alla normativa IMO 2020 sulle emissioni, che dal 1° gennaio 2020 impone che il contenuto di zolfo nelle emissioni delle navi non dovrà superare lo 0,5%. Il secondo obiettivo, da raggiungere nel 2050, è la riduzione del 50% delle emissioni di gas serra rispetto al 2018.
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- Concludendo, il segretario generale della Federazione del Mare, Carlo Lombardi, ha ricordato che l'IMO, organizzazione marittima internazionale facente capo alle Nazioni Unite, deve restare l'unica sede deputata ad emanare norme per il settore marittimo. «Solo le normative provenienti da questo organismo internazionale - ha evidenziato - trovano un'applicazione uniforme in tutto il mondo. E questo garantisce una concorrenza leale su tutti i mercati marittimi, un prerequisito per qualsiasi sviluppo della Blue Economy. Un esempio significativo sono proprio gli ambiziosi traguardi adottati per la limitazione delle emissioni delle navi ai fini del contrasto al cambiamento del clima».
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