- La Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica sollecita il ministro dell'Interno a riattivare subito il Tavolo per la Legalità nella logistica. «Nelle scorse settimane - ha spiegato il presidente della Confetra, Confetra Nicolini - abbiamo rivolto una richiesta di incontro alla ministro Lamorgese e al prefetto di Milano. Da tempo stiamo chiedendo la ricostituzione del Tavolo per la Legalità: uno strumento che coinvolse Ministero degli Interni, Ministero dei Trasporti, Ministero del Welfare, sindacati e associazioni datoriali e che si rivelò un'utile esperienza per la ricerca di analisi e soluzioni condivise».
-
- «Ci sono - ha precisato Nicolini - molti aspetti dei meccanismi che regolamentano l'appalto di servizio che, per noi, vanno decisamente rivisti. A tutela anzitutto della sana concorrenza e del mercato. Da tempo abbiamo messo a punto una serie di proposte che - responsabilizzando maggiormente i committenti, ma anche chiedendo alle istituzioni preposte maggiori controlli, verifiche preventive e certificazioni sugli appaltatori - possono rappresentare le basi per un lavoro comune. È nostro obiettivo combattere e isolare forme spurie di impresa, dove si annidano fenomeni di elusione fiscale e irregolarità nei rapporti di lavoro, il tutto conservando un impianto normativo che tuttavia tuteli flessibilità e dinamicità del ciclo operativo nella logistica di magazzino e nella distribuzione urbana».
-
- «Si tratta, tra l'altro - ha proseguito il presidente della Confetra - di temi al centro del confronto anche in sede di tavolo per il rinnovo del CCNL di categoria. Abbiamo altresì chiesto al governo di non abbassare la guardia rispetto a fenomeni di conflittualità contra legem, che niente hanno a che vedere con il diritto di sciopero regolamentato e con la legittima dialettica tra parti sociali. Troppo spesso infatti i nostri impianti vengono bloccati da persone neanche dipendenti di quelle specifiche aziende. Se le relazioni sindacali diventano un Far West non presidiato da regole e istituzioni, la conseguenza nefasta è che poi ognuno si acconcerà come reputa più opportuno e tutelante, anche se in spregio alle regole stesse. Dobbiamo invece, insieme, fare uno sforzo comune per ricostruire modelli moderni e normali di dialettica sindacale».
|