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Confetra, il decreto del governo sul coronavirus «non blocca né trasporti né produzione»
Confartigianato Trasporti conferma che Ministero degli Esteri e dei Trasporti hanno fatto chiarezza. Conftrasporto rileva che problemi possono scaturire da disposizioni regionali
9 marzo 2020
Il provvedimento varato sabato notte dal governo italiano per contenere la diffusione del coronavirus sul territorio nazionale «non blocca né trasporti né produzione». Lo ha sottolineato ieri Guido Nicolini, presidente di Confetra. «È chiaro - ha spiegato - che tra le “comprovate esigenze lavorative” rientrano le attività di imprese non gestibili in remoto o in smart working. Vale per il trasporto merci, le attività logistiche, ma anche per la produzione manifatturiera. Tutto il governo, da Palazzo Chigi a MIT e MISE - ha precisato Nicolini - ci hanno dato garanzia in tal senso. Restiamo tuttavia convinti - ha aggiunto il presidente di Confetra - che, anche per tranquillizzare i clienti internazionali, una circolare ulteriormente esplicativa e una dichiarazione pubblica diretta della nostra ministra o del governo tutto, sarebbero di grande aiuto in queste ore di vero e proprio panico commerciale».
Anche Confartigianato Trasporti ha confermato che Ministero degli Affari esteri e Ministero dei Trasporti hanno fatto chiarezza «sul fatto che non vi è nessuna limitazione o restrizione al transito delle merci e di tutta la filiera produttiva da e per i territori indicati dall'art. 1 del Dpcm 8 marzo 2020». Le aree a cui si riferisce l'articolo 1 del decreto governativo sono la regione Lombardia e le province di Modena, Parma, Piacenza, Reggio Emilia, Rimini, Pesaro e Urbino, Alessandria, Asti, Novara, Verbano-Cusio-Ossola, Vercelli, Padova, Treviso e Venezia. Confartigianato Trasporti ha specificato che, in attesa di linee guida sulla movimentazione delle merci su cui si sta lavorando insieme alla Protezione civile, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti ha precisato e chiarito alcuni punti relativi ai trasfrontalieri e alle merci.
Relativamente alla mobilità transfrontaliera, infatti, la nota di ieri del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti puntualizza che le limitazioni introdotte «non vietano gli spostamenti per comprovati motivi di lavoro. Pertanto, salvo che siano soggetti a quarantena o che siano risultati positivi al virus, i trasfrontalieri potranno entrare e uscire dai territori interessati per raggiungere il posto di lavoro e tornare a casa. Gli interessati potranno comprovare il motivo lavorativo dello spostamento con qualsiasi mezzo, inclusa una dichiarazione che potrà essere resa alle forze di polizia in caso di eventuali controlli». Relativamente alla mobilità delle merci, queste - chiarisce la nota del Ministero - «possono entrare ed uscire dai territori interessati. L'attività degli operatori addetti al trasporto è un'esigenza lavorativa: il personale che conduce i mezzi di trasporto può quindi entrare e uscire dai territori interessati e spostarsi all'interno degli stessi, limitatamente alle esigenze di consegna o prelievo delle merci».
Un'altra organizzazione del settore dei trasporti non è così sicura che il trasporto delle merci non subirà interruzioni. «Nonostante le notizie rassicuranti di chi non rappresenta particolarmente l'autotrasporto, che ha dato per risolta, forse un po' troppo in fretta, la questione», ha affermato il presidente di Conftrasporto, Fabrizio Palenzona, commentando l'esito della riunione di ieri presso la Protezione Civile, «per ora non è emerso alcuna linea certa». «Forse non è noto - ha proseguito Palenzona - che le imprese alcune già hanno fatto partire gli automezzi, altre organizzato la settimana lavorativa. La querelle comunque continua ed è legata sia alla nota del dicastero degli Esteri che sostiene chiaramente che i trasporti non sono oggetto di limitazioni ulteriori da quelle previste. Occorre comunque attenzione. Vedremo la nota del Ministro dei Trasporti (successivamente emessa da questo dicastero, ndr) ma devo ricordare che le competenze sulla sanità sono assegnate dalla Costituzione alle Regioni». «Ricordo - ha chiarito il presidente di Conftrasporto - che infatti le Regioni Campania, Puglia, Abruzzo e Basilicata hanno emanato a loro volta decisioni che in modo esplicito dispongono che tutti coloro che provengono dalle “zone rosse” devono dare comunicazione ed osservare l'isolamento».
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