- Confetra, la Confederazione italiana del settore della logistica, chiede al governo e al parlamento che in fase di conversione del decreto “Cura Italia” si espliciti che è consentita l'apertura dei magazzini logistici delle imprese. «Questo - ha affermato oggi Marco Migliorelli, vice presidente di Confetra e spedizioniere del porto di Ravenna - non può essere tema di scontro ideologico con il sindacato. È una mera questione di buon senso. Sono in viaggio, stanno arrivando e arriveranno nelle prossime settimane - ha spiegato Migliorelli - numerose navi che sono partite dalla Cina o dal Sud America anche due o tre settimane fa. Navi cariche di merci, prodotti, materie prime, destinate a imprese italiane, anche a quel 60% di aziende la cui produzione industriale improvvisamente e momentaneamente è sospesa a seguito del decreto legge del 23 marzo».
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- «L'Italia - ha ricordato Migliorelli - movimenta 11 milioni di contenitori l'anno, 800mila al mese, 200mila a settimana. Di questi, il 60% rischia di non poter quindi giungere a destinazione. Dove li mettiamo? Discorso simile per le rinfuse. Oggi abbiamo avuto contatti con terminalisti, spedizionieri, agenti marittimi. Ne abbiamo discusso con il MIT e domani sentiremo il parere di Assoporti. La soluzione più ragionevole - ha rilevato il vice presidente di Confetra - sarebbe che il governo, ferma restando la sospensione della produzione, rendesse più chiaro tuttavia che i magazzini delle aziende tutte restano sempre aperti, per consentirci di consegnare la merce in entrata e trasportare fuori quella già prodotta. Lo scopo del decreto è quello di sospendere la produzione per far diminuire il numero di persone per strada e in fabbrica. Va bene. Ma questa vicenda - ha sottolineato Migliorelli - con la produzione non c'entra niente».
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- «La nostra interpretazione del decreto - ha precisato il vice presidente di Confetra - è comunque già questa. Corriamo altrimenti il serio rischio, entro un paio di settime, di avere i nostri hub logistici - porti, interporti e cargo village degli aeroporti - completamente impraticabili e saturi di merce in giacenza».
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- Quasi a rispondere istantaneamente all'esortazione della Confetra, che teme che i nodi logistici nazionali si riempano di merci che non è possibile consegnare né inoltrare a destinazione, oggi stesso è giunta una proposta, non del governo, ma della comunità portuale spezzina che è stata presentata dalla società Sistema Porto, partecipata dalle associazioni di spedizionieri, agenti marittimi, doganalisti e Confindustria La Spezia, gruppo Tarros e gruppo Contship Italia.
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- Confermando che il sistema della portualità del Nord Tirreno dovrà affrontare da domani e per almeno due settimane la gestione di carichi in arrivo destinati a filiere non in grado di ricevere la merce precedentemente ordinata e già in viaggio, la comunità portuale spezzina ha offerto una capacità di stoccaggio pari ad oltre mezzo milione di teu, in un raggio di 15 chilometri dal porto di La Spezia e nei centri intermodali di Melzo (Milano), Dinazzano (Reggio Emilia) e Padova, che sarà a servizio delle aziende del Nord Italia che nelle prossime settimane dovranno gestire flussi in importazione destinati alle attività definite “non essenziali” dal decreto emesso domenica scorsa dal governo che ne impone il blocco momentaneo.
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- La proposta prevede inoltre che per i ricevitori saranno disponibili soluzioni a corto raggio presso l'Interporto di Santo Stefano Magra/La Spezia che includono lo sdoganamento, il deposito in temporanea custodia, il deposito Iva e l'eventuale servizio di svuotamento per carichi pallettizzati e non con attività che saranno svolte grazie all'organizzazione sinergica e funzionale degli spazi e dei magazzini coperti gestiti dagli spedizionieri e doganalisti del porto della Spezia. A queste si affiancheranno soluzioni integrate intermodali a medio raggio per il trasporto dei container nei centri intermodali su cui operano le aziende del gruppo Contship a cui fa capo il La Spezia Container Terminal.
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- Sistema Porto ha evidenziato che in tal modo i clienti del porto della Spezia, scalo che riceve settimanalmente tre portacontainer di capacità superiore a 14.000 teu operate dalle alleanze 2M, The Alliance e Ocean Alliance provenienti dall'Estremo Oriente, avranno a disposizione un nuovo servizio per fronteggiare l'attuale criticità, con la possibilità di richiedere agli abituali fornitori più soluzioni di stoccaggio e servizi diretti alla merce, compatibili alle attuali esigenze del mercato.
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- Plaudendo all'iniziativa, la presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Orientale, Carla Roncallo, ha sottolineato che «il porto di La Spezia dimostra ancora una volta la sua compattezza nei confronti del mercato mettendosi al servizio dei clienti per individuare soluzioni a breve e medio termine che possano garantire un minore impatto finanziario e mantengano l'operatività del porto ad un livello di occupazione tale da poter cogliere, con flessibilità, tutti i segnali di ripresa che ci auguriamo possano arrivare il più presto possibile».
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- «Stimolati dagli storici spedizionieri del nostro territorio e dal management del gruppo Contship - ha detto Alessandro Laghezza, presidente di Sistema Porto e della Sezione Logistica di Confindustria La Spezia, spiegando com'è nata la proposta - abbiamo attivato un tavolo di coordinamento che in sole 24 ore ha scandagliato ogni possibile soluzione di stoccaggio e trasporto disponibile a corto e medio raggio avendo presente le necessità dei clienti del porto che si troveranno ad affrontare una ulteriore emergenza rispetto al blocco delle attività».
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- «Contship, attraverso le proprie società controllare - ha aggiunto Daniele Testi, direttore marketing e comunicazione del gruppo terminalista - non poteva non rispondere a questa chiamata e offrirà tutte le proprie capacità e risorse operative ai clienti del porto e al sistema degli spedizionieri spezzini attraverso l'accesso a soluzioni integrate intermodali che da sempre caratterizzano l'offerta unica del gruppo».
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