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In merito al naufragio della Boccaccio, RINA ribadisce e conferma la correttezza del proprio operato
Le famiglie delle vittime - sottolineano gli studi legali Ambrosio & Commodo e Bona Oliva e Associati - si aspettano che i tribunali italiani vadano rapidamente al merito
7 maggio 2020
Commentando la sentenza pronunciata oggi dalla Corte di Giustizia dell'UE che apre ai familiari delle vittime e ai sopravvissuti del naufragio della Al Salam Boccaccio '98 la possibilità di rivolgersi alla giustizia italiana per ottenere risarcimenti, in una nota la società RINA, che aveva in classe la nave di bandiera panamense, ha precisato che «la Corte ha espresso la propria posizione esclusivamente sulla questione di carattere processuale dell'individuazione della giurisdizione competente. La Corte ha, inoltre, stabilito che le verifiche necessarie all'applicazione in concreto dei principi da essa stessa affermati dovranno essere effettuate dal giudice nazionale, al quale spetterà pronunciarsi sulla propria competenza. Resta del tutto estranea al giudizio della Corte del Lussemburgo e, quindi, alla pronuncia di oggi - ha sottolineato RINA - ogni valutazione nel merito della vicenda. RINA in proposito ribadisce e conferma la correttezza del proprio operato».
Ricordando che più di mille persone persero la vita quando l'Al Salam Boccaccio '98 subì un incendio a bordo, si capovolse e affondò il 3 febbraio 2006 nel Mar Rosso mentre era in rotta verso l'Egitto dall'Arabia Saudita e che quattro anni prima una nave gemella di nome Al Salam Petrarca '90 , anch'essa classificata e certificata da RINA, subì un incendio a bordo, si capovolse e affondò nel Mar Rosso in rotta verso l'Egitto dall'Arabia Saudita, e ricordando inoltre che nel 2013 centinaia di sopravvissuti e parenti delle vittime dell'Al Salam Boccaccio '98 hanno avviato un'azione per ottenere il risarcimento dei danni contro RINA ed Ente Registro Italiano Navale avanti il Tribunale di Genova, con le parti lese che hanno sostenuto che la certificazione della nave come idonea alla navigazione non fosse rispondente alla reali condizioni del naviglio ed abbia concorso causalmente nella causazione del naufragio, gli avvocati Stefano Bertone e Marco Bona, rispettivamente degli studi legali torinesi Ambrosio & Commodo e Bona Oliva e Associati che patrocinano la causa in Italia e avanti la Corte di Giustizia europea per le famiglie delle vittime assieme agli avvocati Carlo Villacorta (Spagna), Jean Pierre Bellecave (Francia), Nigel Taylor (Regno Unito), Robert Lieff (U.S.A.) e Yasser Fathy (Egitto), hanno specificato che «dopo tanti anni, l'interesse verso il caso da parte delle famiglie che rappresentiamo è intatto, e si aspettano che i tribunali italiani vadano rapidamente al merito».
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