- Le principali organizzazioni datoriali e sindacali mondiali del settore marittimo hanno nuovamente chiesto ai governi europei l'adozione di misure urgenti per risolvere la grave crisi umanitaria causata dall'impossibilità di provvedere, in Europa e in tutto il mondo, alla gran parte dei necessari cambi di equipaggi delle navi. L'esortazione è stata inviata in una lettera sottoscritta da Asian Shipowners' Association (ASA), Bimco, CLIA Europe, European Community Shipowners' Associations (ECSA), European Transport Workers' Federation (ETF), InterManager, International Association of Dry Cargo Shipowners (InterCargo), International Chamber of Shipping (ICS), International Maritime Employers' Council (IMEC), International Parcel Tankers Association (IPTA), International Transport Workers' Federation (ITF), Intertanko e World Shipping Council.
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- Riferendosi alla recente riunione a Londra per affrontare la questione, il segretario generale dell'ECSA, Martin Dorsman - ha evidenziato che, pur apprezzando appieno gli sforzi del governo britannico per l'organizzazione del vertice marittimo internazionale sui cambi di equipaggio del 9 luglio, nel quale i ministri hanno riconosciuto l'urgenza della questione, «tuttavia, è necessario fare di più. Attualmente - ha rilevato Dorsman - i cambi di equipaggio avvengono solamente per il 30% rispetto a ciò che è stimato necessario. I marittimi svolgono un ruolo essenziale nel mantenimento del flusso globale di energia, cibo, medicine e forniture mediche trasportate via nave. Molti marittimi sono da mesi lontani da casa, impossibilitati a lasciare le loro navi e tornare a casa a causa delle restrizioni ai viaggi imposte dai governi. Nel contempo, ai marittimi che sono stati arruolati per sostituirli viene impedito loro di farlo, tra l'altro a causa dell'assenza di strutture per ottenere i visti per recarsi nei luoghi in cui è previsto che si uniscano alle loro navi».
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- «Attualmente - ha ricordato Livia Spera, segretario generale dell'ETF - è necessario sostituire da almeno 200.000 sino a 300.000 marittimi e questo numero aumenta di settimana in settimana. Alcuni di questi marittimi hanno trascorso ininterrottamente 15 o più mesi a bordo e sono stanchi e affaticati. Per sostituire i loro colleghi da lungo tempo in servizio, un egual numero di nuovi membri degli equipaggi deve poter viaggiare per raggiungere le navi».
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- A tal fine le organizzazioni marittime chiedono ai leader europei di attuare gli impegni assunti nella dichiarazione rilasciata dopo il vertice del 9 luglio. Nelle lettere inviate ai governi si ricorda inoltre che questa è una crisi umanitaria che si estende anche a terra in quanto, senza i marittimi, le navi non possono operare e non possono consegnare le merci necessarie al funzionamento di ogni segmento dell'economia.
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