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Rossi (Assoporti): non è il momento di aprire una stagione di conflittualità nei porti
Secondo l'ammiraglio Pettorino, la Via della Seta cinese comporta un'integrazione del sistema economico italiano con temi che vanno al di là dell'interesse nazionale
30 settembre 2020
Non è il momento di aprire una stagione di conflittualità nei porti. L'appello è del presidente dell'Associazione dei Porti Italiani (Assoporti), Daniele Rossi, che oggi, nella sua relazione all'assemblea generale dell'associazione in svolgimento alla Stazione Marittima di Napoli, che pubblichiamo nella rubrica “Forum dello Shipping e della Logistica”, ha evidenziato il momento di difficoltà per il sistema economico italiano causato dagli effetti della pandemia di Covid-19, crisi sanitaria che i porti nazionali hanno contribuito ad affrontare continuando a lavorare per movimentare le merci necessarie per fronteggiare l'emergenza e per il sostentamento delle comunità. «Non è tempo di nuova conflittualità», ha esortato Rossi rivolgendosi a tutte le parti della comunità marittimo-portuale: dagli armatori ai lavoratori portuali e ai sindacati. Il presidente di Assoporti ha richiamato le parti a manifestare senso di responsabilità su temi che erano già “caldi” prima della crisi come quelli dell'autoproduzione nei porti e del rinnovo del contratto dei lavoratori dei porti, ma ha anche invitato la parte politica a supportare le attività portuali consentendo ad esempio l'effettuazione di opere di dragaggio in alcuni porti che - ha sottolineato Rossi - non sono più procrastinabili, o ancora semplificando le norme per la realizzazione delle infrastrutture portuali.
A tutto campo l'intervento di saluto dell'ammiraglio Giovanni Pettorino, comandante generale del Corpo delle Capitanerie di Porto, che ha individuato in tre le principali sfide con cui si devono confrontare i porti italiani: la prima è quella del gigantismo navale che vede porti come quelli nazionali progettati per navi di ridotte dimensioni dover oggi accogliere portacontainer lunghe 400 metri e larghe 60 metri. Secondo Pettorino, la seconda sfida è quella posta dalle fusioni e acquisizioni che stanno avvenendo nel settore dello shipping che - ha osservato l'ammiraglio - stanno mettendo in crisi il sistema regolatorio e che ad esempio - ha ricordato - hanno costretto un'Autorità Portuale a ricorrere al parere dell'Avvocatura dello Stato per risolvere una questione legata ad una concessione. La terza sfida - per Pettorino - è quella posta dalla Via della Seta cinese, progetto che comporta - ha detto l'ammiraglio - «un'integrazione del nostro sistema economico con temi che vanno al di là dell'interesse nazionale».
Fra i temi roventi che la portualità italiana ha affrontato prima della pandemia e che sono tutt'ora all'ordine del giorno c'è quello del conflitto con l'Unione Europa sulla tassazione delle Autorità Portuali, con il lavoro del governo - menzionato nel suo saluto dal sottosegretario al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, con delega ai Porti, Roberto Traversi - per convincere l'UE che le authority portuali italiane lavorano solo per l'interesse pubblico.
Altro tema attuale, anche se non legato all'emergenza, è quello - ricordato dal presidente nazionale dei The International Propeller Clubs - della nomina dei nuovi presidenti delle Autorità di Sistema Portuali data la prossima scadenza degli attuali mandati, tema - ha esortato Umberto Masucci - che deve essere affrontato ponendo nuovamente al centro la competenza dei candidati a ricoprire la carica.
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