- L'arrivo del terminalista tedesco HHLA nel porto di Trieste, che parteciperà alla gestione della nuova Piattaforma Logistica di Trieste (
29 settembre 2020), è un riconoscimento al ruolo europeo dello scalo portuale giuliano, ma un'ulteriore spinta allo sviluppo dell'hub portuale e dell'economia deve venire dal pieno riconoscimento dello status di porto franco internazionale dello scalo. Ad evidenziarlo è Confetra Friuli Venezia Giulia, ricordando che è questo l'obiettivo che l'associazione territoriale della Confederazione Generale Italiana dei Trasporti e della Logistica persegue da anni, chiedendo al governo italiano di utilizzare l'asset competitivo del regime di porto franco internazionale per consentire le lavorazioni industriali delle merci che transitano attraverso il porto di Trieste.
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- Confetra FVG ha denunciato che «tale concreta possibilità è però vanificata dalla sordità delle stanze romane e dalla mancanza di consapevolezza dei politici verso il principio di extradoganalità: in pratica - ha spiegato l'associazione - viene opposto che il codice doganale comunitario include il porto di Trieste fra le zone franche comunitarie e non fra i territori extradoganali, dimenticando che era ed è competenza dello Stato membro indicare all'Unione Europea quali siano i territori extradoganali, fra cui si deve porre il porto di Trieste, come sancito da norme di diritto internazionale pubblico, che l'Italia, volente o nolente, è tenuta a rispettare. Il regime di Porto franco - ha sottolineato Confetra FVG - andrebbe usato per creare economia, occupazione e ricchezza sul nostro territorio e non vissuto come anomalia da scansare».
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- A tal proposito l'associazione ha manifestato ottimismo, specificando che ieri, «dopo un'apposita audizione alla quale abbiamo contribuito attivamente, il Consiglio della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia ha approvato una mozione, votata da tutti gli schieramenti politici presenti, che impegna il presidente della Regione a pretendere il pieno rispetto dell'extradoganalità del porto franco e l'avvio delle necessarie procedure governative in tal senso. Vedremo - ha precisato Confetra FVG - se a Roma l'encefalogramma politico rimarrà piatto oppure perverrà qualche segno di vita. Sia chiaro, non abbiamo più intenzione di piegare la testa: lavoro, serietà e risultati. Questi sono i nostri valori e da imprenditori pretendiamo dalle istituzioni precisione, visto che parlare di velocità non è proprio il caso».
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