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ICS, per la ripresa delle economie è necessario rimuovere le barriere commerciali
Poulsson: il nazionalismo economico non è la strada da percorrere
24 febbraio 2021
Rimuovere le politiche commerciali restrittive potrebbe stimolare la ripresa economica globale post Covid-19 producendo rialzi del prodotto interno lordo sino al +3,4%. Lo sostiene l'organizzazione armatoriale International Chamber of Shipping (ICS) sulla scorta di uno studio realizzato assieme al professor Craig Van Grasstek della Harvard Kennedy School of Government che viene presentato oggi nel corso del webinar “The Role of Trade in the Post-COVID Recovery” e sarà illustrato anche alla World Trade Organization (WTO) e alla task force B20 sul commercio e investimenti, che formulerà raccomandazioni dirette al G20, nonché ai vari blocchi commerciali, come l'UA, l'UE e l'APEC.
Dallo studio emerge che i paesi di tutto il mondo potrebbero aumentare le loro prospettive di ripresa economica dal Covid-19 riducendo le politiche restrittive in materia di commercio marittimo: ridurre il protezionismo commerciale potrebbe portare ad aumentare il PIL delle economie nazionali fino al +3,4%. Il rapporto specifica che i paesi ad alto reddito potrebbero vedere un aumento medio del +4,5% delle loro esportazioni di merci se dovessero allentare le restrizioni tariffarie e non tariffarie agli scambi, mentre le economie dei paesi in via di sviluppo potrebbero registrare un aumento ancora maggiore, del +7%, se riducessero anche di poco le loro restrizioni.
Ricordando che, secondo la World Trade Organization (WTO), sin dal 2009 1,7 trilioni di dollari di importazioni mondiali sono state influenzate da vincoli come questi, lo studio evidenzia che le barriere commerciali stanno rendendo più difficile per le economie nazionali riprendersi dagli effetti della pandemia di Covid-19.
Ricordando inoltre che i negoziati formali in seno alla WTO sulle liberalizzazioni nel commercio sono stati interrotti per diversi anni, lo studio illustra quattro scenari di potenziale riforma che vanno da uno scenario “altamente ambizioso” (quando i paesi riducono le misure tariffarie e non tariffarie del 50%), ad uno “moderato ed equilibrato” (riduzione del 10%), ad uno “moderato e squilibrato” (i paesi ricchi riducono del 10%, i paesi in via di sviluppo del 5%), ad uno scenario basato “solo su tariffe e accordi commerciali” (in base ai quali tutti i paesi effettuano una riduzione del 10% basata solo sulle tariffe commerciali tradizionali e sugli impegni commerciali).
«L'eliminazione delle barriere tariffarie e non tariffarie - ha osservato il presidente dell'ICS, Esben Poulsson - sono strumenti facili e rapidi a disposizione dei responsabili politici per aumentare i livelli del PIL, rendendo questa situazione vantaggiosa per tutti nel catalizzare la ripresa economica dal Covid-19. I paesi a tutti i livelli di sviluppo economico starebbero meglio, e nessuno starebbe certo peggio, se anche modeste riduzioni fossero applicate alle barriere esistenti. Per garantire una solida economia mondiale e per assicurare che le persone traggano i benefici da un commercio marittimo più efficiente, i paesi dovrebbero cogliere le opportunità evidenziate dallo studio. Questi problemi devono essere affrontati sia a livello nazionale che internazionale se vogliamo riprenderci dagli impatti della pandemia. La nostra relazione - ha concluso Poulsson - dimostra che il nazionalismo economico non è la strada da percorrere».
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