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ICS, è indispensabile che i marittimi possano essere vaccinati entro breve tempo
Allo studio diverse soluzioni , tra cui quella di insediare dei centri di vaccinazione nei principali porti internazionali
22 marzo 2021
L'International Chamber of Shipping (ICS) ha denunciato che le difficoltà di accesso dei marittimi alle vaccinazioni per il Covid-19, oltre che a lasciare la supply chain globale in uno stato di vulnerabilità, pone l'industria dello shipping in un campo minato sotto il profilo giuridico. L'associazione ha spiegato che in un documento legale che l'ICS inoltrerà alla comunità marittima nei prossimi giorni sarà evidenziata la preoccupazione per la possibilità che le vaccinazioni potrebbero a breve diventare un requisito obbligatorio al fine del lavoro in mare, dato che alcuni Stati insistono affinché tutto l'equipaggio delle navi sia vaccinato quale condizione indispensabile per concedere l'accesso ai loro porti.
A tal proposito l'ICS, ricordando che 900mila marittimi, pari a ben oltre la metà della forza lavoro globale, provengono da nazioni in via di sviluppo, ha sottolineato che diversi rapporti stimano che tuttavia le nazioni in via di sviluppo non raggiungeranno l'immunizzazione di massa sino al 2024, dato che circa il 90% delle persone di 67 nazioni a basso reddito avrà poche possibilità di essere vaccinate nel corso del 2021. Ciò - ha avvertito l'International Chamber of Shipping - rischia di tramutarsi in una “tempesta perfetta” per gli armatori, che - ha messo in guardia l'associazione - potrebbero essere costretti a cancellare viaggi nel caso in cui i membri dell'equipaggio delle navi non vengano vaccinati. Si corre il rischio - ha denunciato l'ICS - di affrontare rischi legali e danni finanziari e di reputazione nel caso si navighi con equipaggi non vaccinati, a cui potrebbe essere negato l'ingresso nei porti.
Inoltre l'ICS ha evidenziato che i ritardi nei porti causati da equipaggi non vaccinati comporterebbero responsabilità legali e costi per gli armatori che non sarebbero recuperabili dai noleggiatori. Inoltre, se gli armatori potrebbero soddisfare la necessità di vaccini per i marittimi nell'ambito di nuovi contratti di noleggio, gli armatori che tentassero di modificare i contratti in vigore e che chiedessero agli equipaggi di essere vaccinati con uno specifico vaccino richiesto da un porto potrebbero esporsi a responsabilità legali.
«Le compagnie di navigazione - ha osservato il segretario generale dell'ICS, Guy Platten - sono in una posizione impossibile. Sono bloccati tra l'incudine e il martello, con limitato o nessun accesso ai vaccini per la loro forza lavoro, in particolare per quella che proveniente da Paesi in via di sviluppo. Stiamo già vedendo Stati che chiedono la prova della vaccinazione Covid-19 per i marittimi. Se i nostri lavoratori non possono varcare i confini internazionali, ciò causerà senza dubbio ritardi e interruzioni nella supply chain. Per un settore che dovrebbe contribuire a guidare lo sforzo per la vaccinazione globale - ha sottolineato Platten - ciò è del tutto inaccettabile. Questo è un problema cruciale per il trasporto marittimo, ma potrebbe avere un impatto notevole anche in molti settori una volta che le attività economiche internazionali si riprenderanno».
L'International Chamber of Shipping ha reso noto che sta valutando tutte le strade possibili per trovare una soluzione al problema, tra cui quella - suggerita dal governo cipriota - di insediare nei principali porti internazionali dei centri di vaccinazione.
«Molti pensano - ha avvertito infine Platten - che siamo nella fase di accelerazione delle vaccinazioni. La realtà è che siamo all'inizio di un'ultramaratona e i marittimi saranno la chiave per arrivare al traguardo».
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