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Merlo (Federlogistica): ancora nessuna terapia per i porti
Dragaggi, opere bloccate, piani regolatori (e non varianti) e regolamento sulle concessioni fra i nodi da sciogliere
19 aprile 2021
Manifestando apprezzamento per la nomina da parte del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili dei commissari straordinari incaricati di sbloccare 57 opere infrastrutturali strategiche, il presidente di Federlogistica-Conftrasporto, Luigi Merlo, ha lamentato che invece i porti, evidenziatisi in modo netto come nodo strategico per la competitività del Paese, non hanno ancora alcuna terapia. I dragaggi indispensabili per fare entrare le navi nei porti - ha evidenziato Merlo - restano al palo così come restano in vigore procedure tanto farraginose quanto impossibili, che negano ogni prospettiva di semplificazione e continuano a bloccare centinaia di opere medie e grandi negli scali marittimi italiani.
Ciò accade - ha sottolineato Merlo - anche per quanto riguarda la Conferenza dei presidenti dei porti, convocata dopo anni e anni di attesa, ma dei temi che dovrebbero essere prioritari non c'è traccia: nessuna priorità è stata data, dopo ben 27 anni di attesa - ha spiegato - al regolamento delle concessioni ex art 18, nonostante che su questo tema siano intervenuti l'Autorità di Regolazione dei Trasporti e l'Antitrust. Il Ministero - ha denunciato il presidente di Federlogistica - non pone questo regolamento neppure in agenda e continua a non convocare, come è invece previsto dalle legge, la conferenza delle associazioni di categoria e dei sindacati, che «potrebbero e hanno il diritto di dare un contributo determinante a una pianificazione nazionale della portualità che continua a lamentare l'assenza di piani regolatori di sistema e che proprio su questi temi registra la proposta di Assoporti di fornire alle Autorità di Sistema Portuale mano libera per apportare varianti ai piani esistenti, perpetuando scelte e decisioni estemporanee, destinate a innescare distorsioni e concorrenze fra porti vicini, con costi elevatissimi per l'intero sistema nazionale». Merlo ha rilevato che le varianti devono rappresentare invece una rara eccezione e non certo un modus operandi che è antitetico rispetto a una seria pianificazione.
«Lascia allibiti - ha concluso Merlo - che il ministro abbia insediato commissioni, tra cui una sugli effetti dei cambiamenti climatici, composte da illustri accademici non affiancati da chi nei porti opera e lavora, ripetendo l'atavico errore di far proliferare proposte e interrogativi senza mai trovare risposte agli stessi».
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