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PNRR, ripartiti 7,5 miliardi per le ferrovie regionali, i porti e la riqualificazione delle case popolari
Per l'ammodernamento e l'efficientamento degli scali portuali sono stanziati 3,4 miliardi di euro
4 agosto 2021
La Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie locali ha dato il via libera ai decreti del Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili sulla ripartizione di risorse del Piano Complementare e del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Tra le Regioni vengono ripartite risorse per oltre 7,5 miliardi di euro: due miliardi da destinare al potenziamento delle linee ferroviarie regionali e all'acquisto di nuovi treni più moderni e tecnologici, elettrici e a idrogeno (di cui 500 milioni per il rinnovo del materiale rotabile), 3,4 miliardi per l'ammodernamento e l'efficientamento dei porti e due miliardi per la riqualificazione delle case popolari.
Si tratta - ha sottolineato il ministro Enrico Giovannini, di «un giorno importante, in cui ingenti risorse vengono impegnate per migliorare la mobilità e la qualità della vita delle persone, in particolare dei pendolari, di chi opera nei porti e di chi necessita di migliori condizioni abitative. Con il PNRR non si finanzia solo l'alta velocità o grandi opere infrastrutturali, ma si potenziano le interconnessioni ferroviarie per aumentare la qualità dei servizi e la competitività del Paese nel rispetto dell'ambiente, con un'attenzione particolare al Mezzogiorno, destinatario di ingenti risorse per tutti gli interventi».
Per quanto riguarda i porti, la Conferenza Unificata ha approvato due schemi di decreto che contengono il programma degli interventi infrastrutturali dei porti e la relativa ripartizione delle risorse. Previsti nel PNRR (Fondo Complementare), si tratta di un importo complessivo di 2,8 miliardi di euro dal 2021 al 2026 di cui alle Regioni del Sud viene destinato il 43%. Nel dettaglio, il pacchetto di risorse è così ripartito: gli interventi per lo sviluppo dell'accessibilità marittima e della resilienza delle infrastrutture portuali ai cambiamenti climatici ammontano a 1,47 miliardi, quelli per l'aumento selettivo della capacità portuale sono pari a 390 milioni, quelli per l'ultimo/penultimo miglio ferroviario o stradale ammontano a 250 milioni, gli interventi per l'ammodernamento energetico a 50 milioni. Sono inclusi interventi per la riduzione delle emissioni inquinanti e per la sostenibilità ambientale come i progetti per l'elettrificazione delle banchine (cold ironing) per i quali è previsto uno stanziamento di 700 milioni. A queste ripartizioni si aggiungono 112 milioni a valere sul Fondo Investimenti per interventi inseriti nell'allegato 3 del decreto ministeriale 13 agosto 2020 n.353 per i quali lo scorso anno non erano disponibili risorse e che sono state recuperate nel bilancio del Ministero. Inoltre, altri 41 milioni andranno a finanziare ulteriori interventi nei porti di Ortona e dello Stretto di Messina, mentre in via prioritaria, a valere sulla prima fonte di finanziamento utile, verranno finanziati ulteriori interventi nel porto di Ortona e nel porto di Termoli.
«L'investimento senza precedenti sui porti - ha evidenziato Giovannini - sostiene la politica di potenziamento e ammodernamento della portualità nazionale che il Ministero sta conducendo in stretto raccordo con la Conferenza dei presidenti della Autorità Portuali, alla quale ho voluto dare un forte impulso con riunioni mensili e la creazione di gruppi di riflessione sulle soluzioni da dare ai numerosi problemi che hanno per troppo tempo rallentato lo sviluppo del sistema portuale nazionale».
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