- Nel secondo trimestre di quest'anno diversi comparti dell'industria marittima hanno mostrato un miglioramento dei risultati finanziari rispetto allo stesso periodo del 2020, vuoi perché rapportati al corrispondente trimestre dello scorso anno quando era esploso dirompente l'impatto negativo sull'economia della pandemia di Covid-19, vuoi perché alcuni segmenti del settore - come quello del trasporto marittimo containerizzato - non hanno quasi accusato l'urto sulla loro attività della crisi sanitaria, che anzi ha determinato un netto miglioramento delle loro performance economiche avendo avuto l'effetto di accelerare le modifiche a loro favore della supply chain che sta fra la domanda e l'offerta. Tra questi comparti in parte o in toto risparmiati dalla crisi non figura quello delle crociere, legato com'è ad un'industria turistica che sta solo ora muovendo i primi passi verso la ripresa.
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- Se le principali compagnie mondiali di crociere, confortate da questi primi passi e da un numero crescente di prenotazioni, confidano in un ritorno, pur lento, alla normalità e ad una nuova successiva crescita, tuttavia sinora si devono accontentare di limitare i danni, dato che nel secondo trimestre del 2021 l'attività per molte di loro è risultata ancora ferma. Così è stato per il gruppo statunitense Norwegian Cruise Line Holdings (NCLH), che opera attraverso le proprie compagnie Norwegian Cruise Line (NCL), Oceania Cruises e Regent Seven Seas Cruises.
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- Nel periodo aprile-giugno di quest'anno, infatti, sulle navi delle tre compagnie del gruppo NCLH non è salito alcun passeggero, così come nello stesso periodo del 2020. Il fermo dell'attività si riflette sui ricavi che sono stati di soli 4,4 milioni di dollari, con un calo del -74,2% rispetto ai già esigui ricavi pari a 16,9 milioni di dollari registrati nel secondo trimestre del 2020 (per fare un confronto, nel secondo trimestre del 2019 erano ammontati a quasi 1,7 miliardi di dollari). I costi operativi, anche se scesi ad un quarto rispetto a quelli totalizzati nel secondo trimestre del 2019, sono comunque risultati pari a 249,7 milioni di dollari, il -17,2% in meno rispetto al secondo trimestre del 2020.
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- NCLH ha archiviato il periodo aprile-giugno di quest'anno con margine operativo lordo, risultato operativo e risultato economico netto tutti di segno negativo, così come nello stesso trimestre del 2020, e pari rispettivamente a -405,3 milioni, -605,1 milioni e -717,8 milioni di dollari contro -430,6 milioni, -595,4 milioni e -715,2 milioni nel periodo aprile-giugno dello scorso anno.
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- Se il recente passato è stato disastroso per la NCLH così come per le altre compagnie del settore, il gruppo americano guarda tuttavia al futuro con fiducia: «la scorsa settimana - ha ricordato il presidente e CEO di NCLH, Frank Del Rio, commentando oggi i risultati trimestrali - abbiamo posto una storica pietra miliare nel nostro Great Cruise Comeback con il successo della ripartenza, con la prima nave della nostra flotta, la Norwegian Jade, che naviga nelle isole greche. Domani - ha sottolineato Del Rio - ci sarà la nostra prima crociera negli Stati Uniti dopo oltre 500 giorni, dato che la Norwegian Encore salperà da Seattle verso l'Alaska». La fiducia è motivata anche dalla ripresa della domanda di crociere: Del Rio ha specificato, infatti, che il trend di prenotazioni per le future crociere è in notevole crescita. NCLH ha precisato che attualmente il livello delle prenotazioni per le crociere del 2022 risulta superiore a quello record del 2019 e che anche i prezzi delle crociere risultano più elevati.
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