- A smentire coloro che ritengono che le sanzioni imposte dalle nazioni occidentali contro la Russia non abbiano effetto sull'economia russa o, almeno, non lo abbiano se non in un periodo medio-lungo, giungono oggi le parole di Dmitry Pankov, amministratore delegato dell'importante gruppo logistico russo Delo che opera nel settore portuale attraverso le società DeloPorts e globalports e in quello del trasporto containerizzato attraverso le società TransContainer e Ruscon. Parole che si aggiungono a quelle dello stesso tenore di altri esponenti sia dell'economia che di alcune istituzioni russe.
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- Intervenendo oggi a Mosca alla fiera logistica internazionale TransRussia 2022, Pankov ha rilevato che il trasferimento del commercio estero russo, e in particolare di quello containerizzato, verso oriente è il modo principale per ridurre al minimo le conseguenze negative delle restrizioni imposte dalle sanzioni. Ciò, in particolare, per le esportazioni non energetiche che nel 2021 hanno apportato più di 191 miliardi di dollari all'economia russa. I porti dell'Estremo Oriente - ha osservato Pankov - sono in pratica le uniche porte marittime russe in grado di far fronte agli ulteriori volumi di traffico che vi possono giungere a causa delle restrizioni adottate dagli operatori marittimi esteri, che evitano di scalare i porti dei bacini del Mar Baltico e del Mar d'Azov-Mar Nero.
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- Secondo Pankov, i porti russi dell'Estremo Oriente sarebbero in grado di movimentare un ulteriore traffico containerizzato sino a 600mila teu. Tuttavia - ha precisato l'amministratore delegato del gruppo Delo - ciò richiederebbe ulteriore capacità pari a 12-14 milioni di tonnellate da parte dei servizi ferroviari da e per i porti del Far East. Per Pankov ciò potrebbe essere ottenuto trasferendo i traffici di carbone e di altri carichi meno soggetti alle sanzioni verso i porti delle regioni russe meridionali e nord-occidentali. «Dobbiamo capire - ha però aggiunto - se le infrastrutture portuali di queste regioni possono accettare e movimentare la quantità richiesta di carbone e di altri carichi. Secondo i nostri calcoli, là possono essere movimentate complessivamente 18-20 milioni di tonnellate. Naturalmente bisognerà effettuare trasporti più lunghi e più costosi. Ma il costo aggiuntivo potrebbe essere di 20-40 dollari per tonnellata di carbone, il che non risulta essere rilevante dati gli attuali prezzi a livello mondiale».
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