I porti sono sufficientemente protetti rispetto a fenomeni climatici avversi? La risposta di Federagenti alla domanda è no, o piuttosto: non lo sono a sufficienza. Riferendosi alla recente grande mareggiata che ha interessato tutta l'Italia marittima e che solo grazie al Mose ha risparmiato la città di Venezia e il suo porto, il presidente della Federazione Nazionale Agenti, Raccomandatari Marittimi e Mediatori Marittimi, Alessandro Santi, ha evidenziato che «altri porti in Adriatico, come in Tirreno, hanno subito con conseguenze oggi sottostimate»: «è accaduto - ha spiegato - a Ravenna dove il mare ha invaso banchine, piazzali, terminal e magazzini. È successo con minore violenza a Trieste. Si è ripetuto a Napoli. Per le infrastrutture portuali - ha sottolineato Santi - si tratta non solo di danno alla merce contenuta nei magazzini o presente sui piazzali, ma anche di danni agli impianti e conseguenti blocchi dell'operatività e congestioni».
«Quelli che sino a pochi anni fa - ha osservato il presidente di Federagenti - potevano ed erano correttamente considerati eventi atmosferici eccezionali sono diventati la norma e ignorarlo significherebbe ripetere gli stessi errori di sottovalutazione del dissesto idrogeologico del Paese». A tal proposito la Federazione degli agenti marittimi ha reso nota l'intenzione di rivolgere un appello circostanziato ai ministeri competenti, primo fra tutti quello del Mare, per evidenziare l'urgenza di verificare le opere di protezione esistenti, valutarne lo stato di manutenzione, provvedere all'escavo dei fondali del porti, dei fiumi e degli invasi in generale abbreviando nei tempi l'iter procedurale previsto per legge e fissando tempi e metodologie, anche autorizzative, di emergenza.
Federagenti ha rimarcato la necessità che le infrastrutture vadano sottoposte a un'attenta e rigorosa analisi dei rischi, come suggerito dagli organismi internazionali, e vadano definite le priorità di intervento in base ai rischi potenziali e alle valutazioni economiche, sociali e occupazionali oltre che ovviamente ambientali.