I porti turchi chiuderanno il 2022 con un traffico di 545 milioni di tonnellate di merci confermando la continua crescita dell'attività che è proseguita anche nel periodo della pandemia e nonostante gli effetti del conflitto tra Russia e Ucraina. Lo ha annunciato oggi il ministro dei Trasporti di Ankara, Adil Karaismailoglu, evidenziando che la portualità turca è crescita sia nel nel 2020 che nel 2021 in un momento in cui il settore, a livello globale, era in difficoltà e registrava una diminuzione dell'attività: «in tutto il mondo - ha ricordato - c'è stata una diminuzione del -1,2% nella movimentazione dei container e una diminuzione del -3,8% nella movimentazione totale delle merci. Invece il quantitativo di container movimentati nei porti del nostro Paese è aumentato del +8,3% rispetto all'anno precedente, attestandosi lo scorso anno a 12,6 milioni di teu. Abbiamo aumentato anche la nostra quantità totale di merci movimentate del +6% rispetto all'anno precedente, che è salita a 526 milioni di tonnellate». Volume - ha sottolineato Karaismailoglu - che nel 2022 aumenterà ancora a 545 milioni di tonnellate.
Il ministro ha specificato che nel periodo gennaio-ottobre di quest'anno, nonostante la guerra Russia-Ucraina, è stato segnato un rialzo del +5% dei carichi movimentati nei porti turchi rispetto allo stesso periodo del 2021.
Karaismailoglu ha affermato che il rilancio dell'industria marittima in Turchia è frutto degli investimenti effettuati che hanno consentito di aumentare a 84 il numero di cantieri navali, stabilimenti che nel 2002 erano solo 37, nonché il numero di porti che è salito da 149 a 217.