Le segreterie regionali di Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Liguria hanno denunciato che i lavoratori somministrati del porto di Genova versano in una condizione a dir poco delicata con paghe che, per il mese di novembre, si aggirano attorno ai 150 euro ed hanno evidenziato che «il calo di lavoro che ha caratterizzato i mesi autunnali non può essere gestito senza tutele e non deve imporre ulteriori sacrifici a chi ormai da mesi vive uno stato di ansia lavorativa e sociale».
«È impensabile - hanno osservato le organizzazioni sindacali - che nel porto di Genova, sempre citato anche dal presidente Signorini per i suoi volumi, per il prestigio e l'importanza che riveste a livello internazionale si possano realizzare condizioni economiche di questa natura. Nonostante le tante rassicurazioni a più livelli, dall'Autorità di Sistema Portuale al Comune di Genova - hanno recriminato Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp Liguria - permangono ed anzi peggiorano le condizioni economiche dei somministrati del porto di Genova: è evidente che si dovrà ricorrere ad ogni mezzo a disposizione del sindacato per fare in modo che buste paga da fame restino un brutto inciampo piuttosto che una triste realtà natalizia. La stabilizzazione prevista negli accordi infatti, e relativi addendum - hanno ricordato i sindacati - prevede un doppio binario: uno con l'agenzia di somministrazione, l'altro nelle partecipate del Comune. Per poter avere anche questa opportunità i lavoratori hanno deciso di tornare “a chiamata” perdendo le tutele del contratto precedente. Purtroppo nelle partecipate del Comune, ad oggi, si è avuta la stabilizzazione solamente di un paio di lavoratori».