L'Associazione Agenti Merci Aeree (ANAMA) ha espresso disappunto
per il parere espresso nei giorni scorsi dalla Commissione Tecnica
per la Verifica dell'Impatto Ambientale del Ministero dell'Ambiente
che, approvando il Masterplan 2035 dell'aeroporto di Milano
Malpensa, ha stabilito che l'ampliamento dell'attività cargo
dell'aeroscalo potrà avvenire solo all'interno del sedime
aeroportuale e non estendersi sulle aree a brughiera.
«Non vogliamo - ha commentato il presidente di ANAMA,
Alessandro Albertini - entrare nel merito del parere della
Commissione Tecnica perché non è questo il nostro
compito. Il nostro ruolo di rappresentanza di settore ci impone,
tuttavia, di segnalare che la battuta d'arresto allo sviluppo della
Cargo City (l'area dedicata alle merci nell'hub aeroportuale)
dimostra una grave assenza di una visione sistemica della politica a
supporto dello sviluppo del sistema logistico e del commercio
internazionale. Malpensa - ha ricordato Albertini - è il
primo aeroporto cargo in Italia (concentra oltre il 65% del cargo
nazionale, come emerge dall'ultimo Fedespedi Economic Outlook) e
l'hub principale per il trasporto aereo nel Nord Italia: è
stato realizzato da poco più di 20 anni in un'area che ne
limita fortemente le potenzialità di sviluppo e questo ha
determinato un vantaggio degli hub e dei sistemi logistici del Nord
Europa (oggi oltre il 30% della merce italiana via aerea parte o
arriva nel nostro Paese tramite gli scali del Nord Europa). Questo
genera esternalità negative ambientali (pensiamo al traffico
via strada per raggiungere gli aeroporti europei) a scapito della
capacità di arrivare come Sistema-Paese nei mercati
internazionali con voli diretti dall'Italia. Ci si dimentica che
l'Italia deve oltre il 30% del suo PIL all'export e che per via
aerea viaggia oltre il 25% delle merci in valore per destinazioni
Extra UE, sebbene rappresenti solo il 2% in volume».
«Esistono - ha aggiunto il presidente di ANAMA - altre
strategie per supportare parzialmente la crescita del traffico cargo
a Malpensa, a partire dalla razionalizzazione degli spazi già
oggi a disposizione e tramite il processo di digitalizzazione delle
procedure per cui siamo al lavoro in stretta sinergia con il gestore
aeroportuale SEA. Ma - ha precisato Albertini - questi strumenti non
potranno sopperire se non in parte all'impossibilità di
ampliamento della Cargo City. Ci tengo a ricordare, infatti, che già
a dicembre 2021 all'apice del boom dei traffici post pandemia, a
Malpensa si sono registrati gravissimi problemi di congestionamento.
Chiediamo quindi alla politica e alle istituzioni competenti di
lavorare a un piano per supportare le strategie di crescita delle
imprese italiane per esportare via aerea la nostra produzione con
sistemi efficienti e sostenibili. Auspichiamo che il Piano Nazionale
Aeroporti a cui stanno lavorando Enac e il Ministero delle
Infrastrutture e Trasporti possa individuare soluzioni a questo
problema. ANAMA è a disposizione per studiare soluzioni che
quali rappresentanti della merce che viaggia via aerea potremmo
suggerire».
«È importante sapere - ha chiarito ancora Albertini
- che il trasporto aereo merci non può svilupparsi in
aeroporti dedicati solo al cargo poiché molta parte dei
carichi viaggia nelle “pance” degli aerei passeggeri e
dunque occorre lavorare a strategie di crescita coordinate per il
traffico cargo e il traffico passeggeri. Puntare su uno sviluppo
differenziato tra Milano Malpensa, Roma Fiumicino e Brescia può
essere un percorso, sebbene frammentato. Oggi vediamo in Aeroporti
di Roma (ADR) un interlocutore attento al cargo e questa
disponibilità merita di essere approfondita in una
riflessione a tutto tondo sul futuro del cargo aereo che oggi
diventa doverosa».