Assiterminal annuncia battaglia per contrastare l'aumento dei
canoni concessori. Il direttore dell'associazione dei terminalisti
portuali italiani, Alessandro Ferrari, ha reso noto che, dopo averne
discusso diffusamente con gli organi direttivi e con tutti gli
associati, Assiterminal ha deciso di avviare due iniziative: un
intervento al TAR Lazio nel procedimento già instaurato per
l'annullamento del decreto del 30 dicembre 2022 del Ministero delle
Infrastrutture e dei Trasporti, che stabilisce l'aggiornamento
relativo all'anno 2023 del valore dei canoni per le concessioni
demaniali marittime fissando un adeguamento del +25,15% rispetto ai
canoni 2022, nonché dei criteri del decreto legge del 5
ottobre 1993 che fissa le disposizioni per la determinazione dei
canoni delle concessioni demaniali marittime, e quindi procedere ad
una segnalazione alla Commissione Europea.
Ferrari ha specificato che la decisione di agire è stata
assunta dopo che in questi mesi Assiterminal ha condiviso, anche con
le altre associazioni del cluster, le molteplici iniziative del
Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e in particolar modo
del vice ministro Rixi, dei parlamentari che hanno accolto le
istanze dell'associazione, per cercare di intervenire sul tema:
«siamo stati noi, per primi - ha evidenziato Ferrari -
promotori di proposte normative, di soluzioni interpretative: anche
l'ultimo tentativo nella conversione del decreto-legge 75/23 non ha
avuto l'esito auspicato, è stato respinto!».
Assiterminal ha manifestato apprezzamento per quelle Autorità
di Sistema Portuale che intanto hanno preso tempo sul tema
dell'aumento dei canoni concessori, in attesa di qualche chiarimento
o modifica normativa. «La recente decisione dell'Autorità
di Sistema del Mar Ligure Occidentale - ha rilevato Ferrari - assume
un valore aggiunto ulteriore: posticipa al 2023 eventuali
adeguamenti, anche alla luce della recente sentenza sospensiva del
Consiglio di Stato e, finalmente, riconosce anche i ristori Covid
per i quali Assiterminal si era battuta nella conversione del
decreto-legge 34/2020, per gli operatori portuali che hanno subito
diminuzioni dei fatturati superiore al 20% negli anni della
pandemia».
Con le due iniziative Assiterminal intende contestare il
meccanismo di aumento del canone disposto decreto ministeriale,
soprattutto - ha spiegato Ferrari - nella misura in cui sembra
obbligare le Autorità di Sistema Portuale a provvedere in tal
senso anche quando il canone è superiore al minimo tabellare,
e contestare anche il meccanismo di calcolo della durata e di
redditività nonché la ripartizione di competenze tra
attività di regolazione, di amministrazione e di impresa
previsti dalle linee guida attuative del regolamento ex art. 18
della legge 84/1994.
«Ci teniamo a ribadire - ha precisato il direttore di
Assiterminal - che questa non è un'iniziativa “contro”
ma a favore di tutto il settore, come nello stile di Assiterminal,
per fare chiarezza, per accelerare il confronto, le decisioni, dare
un chiaro assetto al nostro comparto per favorire un chiaro scenario
alle aziende che investono nei porti, in termini di regolazione,
regolamentazione, regole del gioco. Confidiamo che si possa
risolvere tutto, anche all'interno del percorso che si avvierà
sulla riforma della governance portuale, insieme a tutti gli attori,
industriali e di governo per dare finalmente certezza di
orientamenti al nostro settore».