L'addetto stampa del presidente della Federazione Russa, Dmitry
Peskov, ha annunciato oggi che il governo di Mosca tornerà ad
attuare l'accordo sul corridoio del grano non appena verranno
rispettati i termini dell'intesa riguardanti la Russia. L'accordo,
che è stato sottoscritto a luglio 2022 da Russia, Ucraina,
Turchia e Onu con lo scopo di riattivare le esportazioni di cereali
e prodotti alimentari dai porti ucraini bloccate dagli effetti della
guerra tra Russia e Ucraina, scade oggi. L'accordo, che è
stato più volte prorogato, ha consentito in un anno le
esportazioni di oltre 32 milioni di tonnellate di prodotti.
Sabato, intanto, Coldiretti ha reso noto che, in assenza di
conferme sul rinnovo dell'accordo, in un solo giorno, alla chiusura
settimanale delle contrattazioni, le quotazioni internazionali del
grano sono cresciute del +3,4% relativamente alle quotazioni del
Chicago Board of Trade (Chicago), punto di riferimento
internazionale delle materie prime agricole. Coldiretti ha
evidenziato che l'intesa Onu è importante per garantire gli
approvvigionamenti nei Paesi più poveri dell'Africa e
dell'Asia ed evitare carestie che possano spingere i flussi
migratori, ma è necessario anche evitare speculazioni e
distorsioni commerciali provocate dall'afflusso di grano ucraino sul
mercato europeo. In Italia infatti - ha spiegato l'associazione
italiana, che rappresenta il settore dell'agricoltura - le
quotazioni del grano tenero sono crollate del -30% nell'ultimo anno,
su valori che sono scesi ad appena 26 centesimi al chilo, che non
coprono i costi di produzione.
Coldiretti ha sottolineato che l'annuncio della mancata proroga
dell'accordo sui cereali provenienti dal Mar Nero coinvolge
direttamente l'Italia dove le importazioni di grano proveniente
dall'Ucraina sono aumentate del +430% per un quantitativo pari a
oltre 142 milioni di chili mentre quelle di mais del +71% per un
totale di 795 milioni di chili sulla base di elaborazioni Coldiretti
su dati Istat nel primo quadrimestre del 2023 rispetto allo stesso
periodo dello scorso anno.
Inoltre Coldiretti ha specificato che l'incertezza sull'accordo
riguarda anche l'Italia, dove per il maltempo si stima una perdita
dei raccolti di grano di almeno il 10% a livello nazionale rispetto
allo scorso anno. L'associazione ha ricordato che l'Italia, con il
6,3% complessivo sul totale delle esportazioni ucraine di prodotti
agricoli, tra grano, mais e olio di girasole, è al quarto
posto dietro Cina (24,3%), Spagna (18,3%) e Turchia (10%) tra i
Paesi più interessati dall'accordo Onu secondo il Centro
Studi Divulga che evidenzia come in un anno hanno lasciato il
territorio di guerra quasi 32,8 milioni di tonnellate di prodotti
agricoli, tra mais (51% pari a 16,8 milioni di tonnellate), grano
(27% pari a 8,9 milioni di tonnellate), olio di girasole (11% tra
olio e semi pari a 3,5 milioni di tonnellate) e altri prodotti
secondari, considerando i tre porti ucraini inseriti nell'accordo:
Chornomorsk (38,7% del totale), Yuzhny (31,9%) e Odessa (29,4%).
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