L'Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato ha
avviato un'istruttoria nei confronti delle società
terminaliste CO.NA.TE.CO. e SO.TE.CO. del porto di Napoli, della
società Marinvest del gruppo Mediterranean Shipping Company
(MSC), che detiene l'intero capitale sociale della prima società
terminalista e controlla indirettamente la seconda, e della società
terminalista Terminal Flavio Gioia (TFG), anch'essa operante nel
porto napoletano, per una presunta intesa restrittiva della
concorrenza nel settore dei servizi di movimentazione merci in
ambito portuale.
Secondo l'Autorità, questi operatori avrebbero concordato
di applicare contestualmente lo stesso aumento tariffario,
introducendo la nuova voce tariffaria “energy surcharge”,
per tutti i contenitori in import destinati ai terminali del porto
di Napoli. Tale accordo individuerebbe l'esatto ammontare della
tariffa da applicare (25 euro per ogni contenitore da 20 piedi e 30
euro per ogni contenitore da 40 piedi) e la data della sua
decorrenza (1° febbraio 2023) e sarebbe stato effettivamente
attuato dalle società. Specificando che tale aumento
tariffario sarebbe stato introdotto solo dalle società
terminaliste del porto di Napoli, l'antitrust ha evidenziato che la
presunta intesa, che determinerebbe il coordinamento delle strategie
commerciali di tutti i terminalisti attivi nella movimentazione di
container nel porto di Napoli, appare suscettibile di alterare
sensibilmente la concorrenza nel mercato interessato.
Nella comunicazione di avvio dell'istruttoria l'AGCM spiega che,
«con una nota congiunta sottoscritta dalle società
Co.Na.Te.Co., TFG e SoTeCo, indirizzata alle associazioni
A.C.C.S.E.A., ASSOSPENA, al Consiglio Compartimentale spedizionieri
Doganali Napoli nonché all'AdSP del Mar Tirreno Centrale e
datata 23 gennaio 2023, è stato comunicato quanto segue: “[…]
gli scriventi terminal portuali Co.Na.Te.Co., Terminal Flavio Gioia
e So.Te.Co. si trovano ad affrontare una situazione di incremento
generalizzato di costi [...] tra cui principalmente possiamo
annoverare l'imprevedibile e spropositato aumento dei costi
dell'energia elettrica (+130% rispetto al 2021) e delle altre fonti
combustibili (+40% gasolio da autotrazione) nonché, come
ciliegina sulla torta, l'incremento/adeguamento su base automatica
dei canoni concessori che quest'anno raggiunge l'incredibile
percentuale di aumento del 25% (che si aggiunge all'aumento di quasi
il 10% dello scorso anno)”. Per porre parziale rimedio a tale
situazione - rileva l'Antitrust - le società terminaliste
citate “hanno deciso di introdurre, nei rispettivi tariffari,
una nuova voce, denominata per comodità di esposizione
«energy surcharge» che sarà applicata dal
prossimo 01.02.2023 a tutti i contenitori in import che sbarcheranno
ai rispettivi terminal, nella misura di € 25 x ogni contenitore
da 20' ed € 30 per ogni contenitore da 40'. L'importo verrà
fatturato all'uscita del contenitore dal terminal, in uno alle altre
eventuali spese maturate dopo lo sbarco”».
L'AGCM precisa che «a detta delle società
terminaliste, destinatarie di una richiesta di informazioni da parte
dell'Autorità, la tariffa citata, seppur denominata “energy
surcharge”, deve intendersi come riferita non solo al generale
aumento del costo dell'energia elettrica e delle fonti di
combustibili in genere, ma anche all'incremento dell'ammontare del
canone di concessione demaniale dovuto all'AdSP MTC».
«Dalla documentazione acquisita agli atti - specifica
ancora l'Antitrust - risulta, inoltre, che le associazioni aderenti
a Confetra Campania destinatarie della comunicazione sopra citata
hanno rappresentato, tramite un comunicato congiunto, la loro
contrarietà agli aumenti comunicati considerato che
“l'aumento dei costi energetici, pur evidente, incida sulle
attività connesse allo sbarco dei contenitori e pertanto i
naturali destinatari della modifica tariffaria sono i Vs clienti,
cioè le compagnie di navigazione alle quali i nostri
associati pagano già lutti i servizi accessori”».
«A fronte di tale comunicazione - precisa l'AGCM - i
terminalisti del porto di Napoli hanno deciso di replicare
congiuntamente, rappresentando la loro posizione unitaria con nota
del 27 gennaio 2023 in cui si legge che; “[…] le
scriventi ribadiscono tutto quanto già espresso nella
comunicazione in oggetto e pertanto procederanno ad applicare la
nuova voce di tariffa nei termini di decorrenza già
indicati.”. Le società terminaliste, tuttavia, in tale
nota contemplano la possibilità di aprire “un dialogo
finalizzato a una revisione della nostra decisione” laddove
l'AdSP MTC dovesse intervenire per sterilizzare o minimizzare
l'aumento dei canoni concessori».
«Risulta, infine - rende noto l'AGCM - che gli aumenti
tariffari concordati e annunciati dalle società terminaliste
del porto di Napoli siano stati effettivamente applicati da tali
soggetti, nei termini concordati, quantomeno nel mese di febbraio
2023. Tali operatori hanno, infatti, prodotto la lista degli
spedizionieri ai quali il “surcharge” è stato
applicato nel febbraio 2023, con l'indicazione dell'ammontare pagato
per ciascuna categoria di contenitore».
Nella delibera di avvio dell'istruttoria l'AGCM chiarisce che
«la documentazione acquisita lascia emergere l'esistenza di un
accordo fra le imprese che svolgono l'attività di
terminaliste nel porto di Napoli, volto all'applicazione congiunta,
coordinata e concordata di una particolare tariffa
agli spedizionieri» e che «l'intesa, riguardando
l'aumento delle tariffe dei servizi resi dai terminalisti del porto
di Napoli, appare idonea a incidere sensibilmente sulla concorrenza
di prezzo tra tali operatori, in violazione dell'articolo 2, comma
2, della legge n. 287/1990. L'intesa in esame, riguardando le
tariffe dei servizi di movimentazione merci nel porto di Napoli, uno
dei principali porti in Italia, interessato da flussi di rotte di
trasporto marittimo di merci nazionali e internazionali, - osserva
ancora l'Antitrust - potrebbe essere suscettibile di incidere sul
commercio intraeuropeo, in violazione dell'articolo 101 TFUE.
L'intesa in questione appare, infine, consistente, poiché
coinvolge la totalità degli operatori attivi nella fornitura
dei servizi di movimentazione di container nel porto di Napoli».
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