L'Ucraina sfrutterà i porti fluviali e marittimi della
Croazia per l'esportazione dei propri prodotti agricoli, resa ancor
più difficoltosa dopo il ritiro della Russia dalla Black Sea
Grain Initiative concordata da Russia, Ucraina e Turchia, sotto
l'egida dell'Onu, per consentire l'export di queste merci nel
contesto della guerra in corso. La messa a disposizione degli scali
portuali croati è stata concordata oggi in occasione di un
incontro del ministro degli Esteri dell'Ucraina, Dmytro Kuleba, con
l'omologo ministro croato Gordan Grlic Radman che oggi ha iniziato
una visita di lavoro in Ucraina.
«Abbiamo concordato - ha spiegato Kuleba - la possibilità
di utilizzare i porti croati sul Danubio e sul Mare Adriatico per il
trasporto del grano ucraino. Ora lavoreremo per individuare le
tratte più efficienti verso questi porti e per fruttare al
meglio questa opportunità. Ogni contributo allo sblocco delle
esportazioni, ogni porto aperto - ha sottolineato il ministro
ucraino - rappresenta un contributo reale ed effettivo alla
sicurezza alimentare mondiale. Un grazie alla Croazia per l'aiuto
costruttivo».
Riferendosi al tema principale affrontato oggi dai due ministri,
quello degli armamenti e, in particolare, quello dell'assistenza
della Croazia per lo sminamento dei territori ucraini, il ministro
Radman ha affermato che «la Croazia è consapevole
dell'importanza dello sminamento come prerequisito per la
ricostruzione e la ripresa dell'Ucraina, ma anche come impegno
affinché l'Ucraina continui ad essere il granaio i cui
prodotti sfamano il mondo, compresi i Paesi più vulnerabili.
Pertanto, riteniamo che l'assistenza della Croazia al progetto di
sminamento delle aree agricole del Programma Alimentare Mondiale
contribuirà a tale obiettivo. Nel contesto di una possibile
crisi alimentare globale - ha specificato il ministro croato - la
Croazia ha messo a disposizione i suoi porti per l'esportazione di
grano ucraino e continuerà a farlo».