Martedì l'Ufficio del Procuratore Generale della
Federazione Russa ha deliberato di riconoscere l'International
Transport Workers' Federation (ITF), il sindacato internazionale dei
lavoratori dei trasporti, quale organizzazione indesiderata sul
territorio della Federazione Russa. Specificando che la decisione è
stata assunta sulla base dei risultati di un'indagine, la Procura ha
precisato che, «con l'inizio dell'operazione militare
speciale, i leader di questa organizzazione, cittadini della Gran
Bretagna e dell'Australia, hanno rilasciato dure dichiarazioni
anti-russe, condannandone apertamente la condotta. È stato
accertato - si legge nella nota dell'Ufficio del Procuratore
Generale - che dal 2022 una delle direttrici principali del
lavoro dell'organizzazione è stata quella di promuovere
l'introduzione nel massimo numero di nazioni, seguendo l'esempio
della Gran Bretagna, del divieto di ingresso nei loro porti
marittimi di navi registrate nel nostro Paese o noleggiate a società
russe, oltre che a quelle battenti bandiera russa».
«Su iniziativa della Sezione Lavoratori Portuali, che fa
parte della sua struttura - prosegue la nota - nei porti
stranieri i sindacati controllati hanno bloccato lo scarico di navi
russe che vi attraccavano. Con la giustificazione della solidarietà
nei confronti dei lavoratori dei trasporti ucraini, l'organizzazione
sta conducendo una campagna per raccogliere fondi da spedire
successivamente in Ucraina. Dall'inizio dell'Operazione Militare
Speciale, più di 500mila dollari americani sono stati
trasferiti a varie strutture controllate da Kiev. Utilizzando le
risorse dei media, l'organizzazione inserisce sistematicamente
pubblicazioni politicizzate nello spazio informativo, definendo
un'immagine negativa della Russia all'estero. Pertanto -
conclude la nota - l'organizzazione internazionale non
governativa International Transport Workers' Federation rappresenta
una minaccia per l'ordine costituzionale della Federazione Russa».
L'ITF ha respinto al mittente l'accusa evidenziando che
l'International Transport Workers' Federation «è una
federazione sindacale globale, democratica e guidata dagli
affiliati. Noi - sottolinea una nota dell'ITF -
esistiamo per salvaguardare e migliorare la vita dei lavoratori.
L'ITF ha uffici a Londra, Abidjan, Amman, Bruxelles, Ginevra, Hong
Kong, Montreal, Nairobi, Nuova Delhi, Panama City, Rio de Janeiro,
Singapore, Sydney e Tokyo, con associati in tutto il mondo. La
nostra missione e le nostre attività in Russia, e nel mondo,
sono quelle di sostenere e promuovere i diritti dei lavoratori dei
trasporti».
«Questa designazione - avverte
l'ITF - avrà conseguenze significative per gli 1,65 milioni
di lavoratori dei trasporti russi affiliati all'ITF dal momento in
cui questa designazione è stata annunciata, e in particolare
per i quasi 200mila marittimi russi, una parte significativa dei
quali navigano su navi coperte da contratti collettivi approvati
dall'ITF. L'ITF - ricorda la federazione sindacale - ha
continuato a sostenere i marittimi russi durante tutta la guerra,
non solo i numerosi marittimi che beneficiano quotidianamente delle
protezioni garantite dagli accordi ITF, ma anche coloro che hanno
cercato e ricevuto assistenza dall'ITF nel recupero dei milioni
dovuti per i salari e per il rimpatrio dei marittimi abbandonati. Da
gennaio 2022, 11.405 marittimi russi erano a bordo delle navi che
l'ITF ha ispezionato con gli ispettori dell'ITF che hanno recuperato
quasi quattro milioni di dollari di salari dovuti su tali navi.
L'ITF - sottolinea la nota - continua a trattare i marittimi
russi come qualsiasi altro marittimo che cerca la nostra assistenza
e il nostro sostegno».
«L'ITF - prosegue la
nota - insiste e ribadisce sul proprio appello alla pace e
alla fine dell'operazione militare russa in Ucraina. Durante tutta
la guerra, siamo rimasti saldi nella solidarietà con tutti i
lavoratori coinvolti in questo conflitto. Continuiamo a chiedere una
pace giusta e sostenibile basata sui diritti umani internazionali e
sul diritto umanitario. Il fondo di solidarietà dell'ITF per
i lavoratori dei trasporti ucraini e le loro famiglie - spiega
la federazione - è stato utilizzato esclusivamente per scopi
umanitari, con fondi forniti a sindacati affiliati indipendenti ed
enti di beneficenza dei marittimi. Continuiamo a essere solidali con
il popolo dell'Ucraina, della Russia e dei paesi vicini che chiedono
pace, dialogo e diplomazia»
Che la delibera dell'Ufficio del Procuratore Generale abbia
conseguenze per gli stessi lavoratori dei trasporti della Russia e
dei loro rappresentanti lo confermano diverse reazioni al
provvedimento da parte dei sindacati del settore, tra cui il
Sindacato Russo dei Portuali (RPD) che ha espresso «sorpresa»
per la delibera che definisce organizzazione indesiderata l'ITF, a
cui RPD è affiliata. Manifestata la sorpresa, il sindacato
russo in un comunicato ha precisato tuttavia che «l'RPD non
dispone di informazioni sui fatti che sono alla base del
riconoscimento delle attività dell'ITF come indesiderabili
sul territorio della Federazione Russa. Negli ultimi anni,
effettivamente, l'RPD non ha partecipato agli eventi e alle attività
dell'ITF, l'RPD non ha partecipato alla discussione e al processo
decisionale che è servito come base per riconoscere le
attività dell'ITF come indesiderabili sul territorio della
Federazione Russa e dall'inizio dell'Operazione Militare Speciale,
nel 2022, non versa le quote associative all'International Transport
Workers' Federation. A seguito del riconoscimento da parte della
Procura Generale della Federazione Russa delle attività
dell'ITF come indesiderabili sul territorio della Federazione Russa
- conclude laconicamente il comunicato - l'RPD condurrà
consultazioni e invierà pertinenti richieste a tutte le
organizzazioni interessate. La questione dell'adesione del Sindacato
Russo dei Portuali all'ITF sarà esaminata dal Consiglio
dell'RPD, in conformità con lo Statuto della RPD, dopo aver
consultato tutte le organizzazioni interessate».
Per l'Unione Russa dei Marittimi (RPSM), la decisione della
Procura Generale rappresenta «un duro colpo per i suoi stessi
cittadini». In dichiarazioni rilasciate al quotidiano
economico russo “Kommersant”, i rappresentati della RPSM
hanno evidenziato che da molti anni l'ITF aiuta i marinai della
Federazione Russa a risolvere i loro problemi, in particolare, ha
organizzato il loro rientro a casa durante la pandemia.
Se il sindacato dei portuali russi è stato più
guardingo nel valutare la decisione della Procura Generale, quello
dei marittimi russi è esplicitamente avverso alla delibera
negando che l'ITF abbia contribuito all'imposizione del divieto di
ingresso delle navi russe nei porti esteri. In particolare, la RPSM
ha espressamente sostenuto che non si sono verificati casi del
genere e che, al contrario, l'ITF non era d'accordo con la richiesta
dei sindacati ucraini di escludere i russi dall'organizzazione
internazionale.
«Attualmente - ha ricordato il presidente della
RPSM, Yury Sukhorukov, a “Kommersant” - più di
198mila marittimi russi sono impiegati nel trasporto marittimo e
lavorano principalmente sotto contratti collettivi conformi allo
standard ITF. Chiunque, sottolineo chiunque!, a partire dal velista
- ha aggiunto Sukhorukov - sa per primo cos'è l'ITF. In molti
casi, questa è l'unica autorità presso la quale un
marinaio russo può davvero ricevere aiuto. Ciò vale
per il recupero dei salari non pagati, per i procedimenti legali per
salvaguardare i diritti e, in alcuni casi, per la fornitura di cibo.
L'ITF impiega circa 180 ispettori in quasi tutti i paesi “marittimi”
del mondo, che si recano dai nostri marinai, riscuotono i loro
salari e organizzano il rimpatrio. È difficile sopravvalutare
ciò che l'ITF, con il nostro aiuto, ha fatto durante la
pandemia in termini di rimpatrio dei marinai russi».
Riferendosi alle accuse circa le attività anti-russe
dell'ITF, il presidente della RPSM ha specificato che sono
assolutamente false: «non siamo a conoscenza - ha
dichiarato Sukhorukov a “Kommersant” - di casi in cui le
navi russe sono state boicottate su richiesta dell'ITF in relazione
all'Operazione Militare Speciale. Al contrario, la leadership
dell'ITF non ha espulso i sindacati dei trasporti russi
dall'organizzazione, sebbene i sindacati ucraini lo abbiano
insistentemente richiesto. La posizione dell'ITF - ha
proseguito Sukhorukov - è sempre stata molto equilibrata: né
il segretario generale né il presidente del sindacato hanno
mai parlato pubblicamente negativamente della Russia. E l'adesione
delle organizzazioni russe alle federazioni internazionali dei
lavoratori dei trasporti è stata assolutamente mantenuta».
Riferendosi al fatto che, dopo la decisione della Procura
Generale, qualsiasi cooperazione con l'ITF comporta una grave
responsabilità penale, Sukhorukov ha rilevato che,
«formalmente, ciò significa che un marittimo che si
trova in una situazione difficile e si iscrive all'ITF diventa
automaticamente un criminale. Un messaggio sulla “indesiderabilità”
dell'ITF - ha osservato - susciterà sicuramente
indignazione tra i marittimi russi».
L'articolo di “Kommersant”, precisa che il sindacato
dei marittimi intende chiedere l'annullamento della decisione della
Procura Generale, mentre il Ministero dei Trasporti non ha
commentato la situazione.
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