L'Unione Piloti (UPI) ha fortemente criticato la procedura di
rinnovo delle tariffe per il servizio di pilotaggio per il biennio
2023-2025. In occasione della 16esima assemblea nazionale della
rappresentanza di categoria, tenutasi il 13 settembre a Valderice
(Trapani), nella sua relazione il presidente dell'Unione Piloti,
Vincenzo Bellomo, ha ricordato che il rinnovo tariffario ha visto
l'istituzione di un tavolo tecnico, costituito dalle associazioni
interessate, presieduto dal Ministero dei Trasporti e coadiuvato dal
Comando Generale delle Capitanerie di Porto, i cui lavori si sono
protratti per più di un anno. «Il lavoro - ha
specificato Bellomo - è stato intenso e tutte la parti
coinvolte si sono confrontate con reciproco rispetto istituzionale.
I convenuti al tavolo tecnico hanno sicuramente riconosciuto
l'enorme sforzo finanziario sostenuto dalle Corporazioni negli
ultimi anni, durante i quali hanno dovuto far fronte all'aumento
vertiginoso dell'inflazione cui si è aggiunto il
rallentamento dei traffici dovuti alla guerra in Ucraina. Tuttavia -
ha sottolineato Bellomo - è stato impossibile per Unione
Piloti non far sentire il proprio dissenso e la propria critica di
fronte ad un iter di approvazione delle tariffe che, a parere
dell'associazione stessa, è sembrato operare al contrario. La
sensazione percepita da Unione Piloti è che tutto il lavoro
del tavolo sia stato vanificato, alla luce di una conclusione che è
parsa, alla scrivente associazione, già definita, a
prescindere dagli esiti del lavoro ancora da svolgere. È così
- ha denunciato il presidente dell'UPI - che l'aggiornamento
tariffario ottenuto, dal punto di vista di Unione Piloti, ha
sacrificato quei principi di equità e di trasparenza
richiesti dal Regolamento UE 352/2017. Al tempo stesso proprio il
procedimento usato è sembrato, quasi, aver incrinato lo
schema di lavoro delineato dalle nuove procedure e meccanismi
tariffari voluti dal competente Ministero dei Trasporti. Per tali
ragioni Unione Piloti non ha ritenuto opportuno prestare il proprio
consenso all'aggiornamento tariffario e ha, conseguentemente,
attivato i propri legali per un ricorso al TAR Lazio».
L'UPI ha tuttavia salutato come «una vittoria epocale per
Unione Piloti l'aggiornamento delle tariffe dei pratici locali».
Bellomo ha evidenziato che la proposta di aggiornare le tariffe dei
pratici locali del 15%, pervicacemente sostenuta dall'Unione Piloti,
«ha trovato le associazioni interessate unanimemente concordi.
L'aggiornamento in questione - ha specificato Bellomo - arriva dopo
anni dall'ultimo rinnovo ed è stato determinato, per la prima
volta, da una costruttiva e proficua collaborazione tra le autorità
interessate e le locali stazioni pratici».
Nella sua relazione Bellomo ha evidenziato, inoltre, che «la
costante attenzione di Unione Piloti ha permesso poi di mettere un
punto all'annosa problematica dei rimborsi dei costi sostenuti per
lo svolgimento dei corsi professionali obbligatori in base al
decreto-legge 112/2018, indispensabili per la conservazione della
capacità professionale del pilota. Gli associati di Unione
Piloti - ha denunciato - in questi anni hanno subìto un
intollerabile trattamento discriminatorio nel momento in cui per
libera scelta o comodità logistica decidevano di svolgere i
corsi presso un ente autorizzato ma non convenzionato con altre
associazioni di categoria. Unione Piloti ha seguito costantemente la
vicenda fino a chiedere l'intervento della Direzione Generale del
Ministero dei Trasporti. La Direzione Generale, puntualmente
intervenuta, con una sua nota ha specificato che laddove il rimborso
spese per i corsi obbligatori non fosse stato effettuato
dall'associazione di categoria comunque destinataria del 2%, questo
avrebbe dovuto comunque essere coperto dalla Corporazione di
appartenenza. Unione Piloti considera questa conclusione la prima
pietra di una strada che si presenta tortuosa per raggiungere, però,
quel traguardo che consenta la ridefinizione del metodo di
assegnazione del 2% del contributo federale. L'attuale metodo di
assegnazione infatti, a parere di Unione Piloti, risulta
discriminatorio e antisindacale. Il lavoro che Unione Piloti intende
portare avanti si pone l'obiettivo specifico di regolarizzare e
assicurare, invece, un egualitario trattamento sindacale per tutte
le associazioni regolarmente istituite e riconosciute.
Sull'argomento Unione Piloti ha, infatti, avanzato una proposta, a
parer suo fattibile, che raggiungerebbe l'importante obbiettivo
dell'uguale trattamento sindacale tanto dal punto di vista
amministrativo, quanto dal punto di vista contabile, anche del
distaccato sindacale. È stato proposto di definire una quota
fissa o quota base da ripartire a ciascuna associazione
riconosciuta. Questa andrebbe a coprire anche il costo del
distaccato sindacale, ed essendo liberamente destinata dal pilota
alla propria associazione di riferimento, andrebbe, dunque, a
ripristinare tanto un elementare principio di democrazia, quanto la
libera scelta del pilota».