Oggi a Roma il Consiglio della Federazione del Mare ha approvato
all'unanimità il nuovo Statuto della Federazione al fine di
rendere ancor più efficace la sua azione e per rafforzare
sempre più la rappresentanza di tutta l'economia marittima
presso le istituzioni, l'opinione pubblica e le altre realtà
associative, in Italia e all'estero. «Orgogliosa della sua
storia - ha spiegato il presidente dell'organizzazione, Mario
Mattioli - oggi Federazione del Mare si è voluta rinnovare.
Rappresenta tutti i settori dell'economia del mare con una visione
più ampia e globale». «Grazie a una profonda
revisione del nostro Statuto - ha specificato - diamo maggiore
concretezza a un'idea moderna della blue economy, che, interpretando
le esigenze del cluster marittimo raccoglie le sfide in questo
momento molto complesso e di grande instabilità, non
dimenticando il percorso iniziato nel 1994 ma con strategie e
progettualità per il mare più forti al servizio del
territorio. Non un semplice maquillage ma una vera ristrutturazione
per rispondere meglio alle esigenze del settore e del Paese».
«Con il rinnovamento della sua governance - ha aggiunto
inoltre Mattioli - la Federazione del Mare si prepara ad affrontare
le sfide poste da transizione ecologica, digitalizzazione,
sicurezza, difesa del mare, formazione per conseguire, attraverso la
blue economy, l'obiettivo di una crescita economica rispettosa
dell'ambiente di tutto il Paese, puntando su innovazione e
condivisione di conoscenze. Sviluppo e tutela ambientale sono le due
facce di una stessa medaglia per non perdere quel “mare di
opportunità” che può portare al nostro cluster e
al Paese evidenti benefici».
«Sempre più convinto che la Federazione del Mare
debba essere aperta a tutte le organizzazioni marittime che ancora
non ne facciano parte - ha concluso Mattioli - sono più che
mai fiducioso che i membri del cluster marittimo italiano insieme
sapranno affrontare e vincere le prossime sfide e che la stretta
collaborazione e sinergia tra l'industria, il mondo accademico e le
istituzioni sia la carta vincente per un'effettiva crescita del
settore. Del resto, la rinnovata attenzione del governo alla risorsa
mare, confermata dal nuovo ministero guidato dal ministro Musumeci e
dal recente Piano del Mare, testimoniano l'importanza del confronto
costante e costruttivo per raggiungere l'obiettivo comune di
riconoscere l'economia del mare, che produce 143 miliardi di euro e
dà occupazione a 914.000 addetti, come settore strategico del
Paese, al pari di altre filiere come la moda, l'agricoltura o
l'automotive».