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FISCO
Gli armatori danesi denunciano che rimuovere l'esenzione fiscale per i marittimi prevista dal registro DIS sarebbe una follia
Una commissione di esperti ha valutato che il numero di marittimi si ridurrebbe notevolmente, ma senza alcun impatto sull'economia nazionale
Copenaghen
20 febbraio 2024
Gli armatori danesi scongiurano il governo di Copenaghen di non
recepire una delle raccomandazioni del gruppo di esperti incaricato
di valutare le modalità per sostenere in futuro le imprese
nazionali. Questi, tra le proposte, hanno infatti suggerito
all'esecutivo di rimuovere l'esenzione dalle imposte delle
retribuzioni dei marittimi imbarcati sulle navi iscritte al registro
navale internazionale danese DIS e ai registri navali di altre
nazioni dell'UE o dello Spazio Economico Europeo, esenzione che è
stata introdotta nel 1988 con lo scopo di rafforzare la
competitività internazionale delle compagnie di navigazione
danesi.
Nell'esaminare la questione, la commissione di esperti ha
evidenziato che i marittimi ricevono un salario netto di entità
tale che il suo importo corrisponde a quello che verrebbe pagato al
netto delle imposte se la persona venisse impiegata nell'ambito del
regime fiscale normale. Nell'ambito del regime DIS - è stato
sottolineato - «un marittimo si trova quindi nella stessa
posizione economica in cui si troverebbe in condizioni fiscali
normali, mentre l'imposta risparmiata va alle compagnie di
navigazione come sostegno alle imprese sotto forma di salari più
bassi. Il sistema è quindi vantaggioso per le compagnie di
navigazione».
Specificando che nel 2023 i dipendenti a tempo pieno coperti dal
DIS erano circa 13.600, di cui circa 5.700 residenti in Danimarca e
7.900 residenti all'estero, gli esperti hanno rilevato che, con
l'applicazione del regime DIS, il sostegno alle imprese ammonta a
1,05 miliardi di corone danesi (141 milioni di euro), che
corrisponderebbe al gettito aggiuntivo che lo Stato otterrebbe se i
marittimi dovessero pagare l'imposta ordinaria sul reddito.
Nella sua valutazione sul regime DIS, il gruppo di esperti ha
precisato di ritenere che tale regime sia l'espressione del
risultato di una corsa internazionale a sostenere le rispettive
attività nel settore del trasporto marittimo internazionale,
una corsa - hanno rilevato - in cui i regimi speciali nazionali si
limitano a spostare attività tra Paesi, trasferimenti - hanno
osservato - che in linea di principio dovrebbero essere contrastati
attraverso soluzioni comuni adottate a livello internazionale. In
linea di principio - hanno chiarito - sarebbe più opportuno
che tutti i Paesi eliminassero il trattamento speciale riservato
alle compagnie di navigazione. Secondo gli esperti, tuttavia, non vi
è alcuna base per concludere che il regime DIS risponda ad un
fallimento del mercato e, inoltre, sussiste il rischio che il
sostegno sinora assicurato alle compagnie di navigazione provochi
distorsioni, in parte relativamente agli investimenti nel settore e
in parte - secondo gli esperti - perché potrebbe incoraggiare
la forza lavoro a svolgere mansioni meno produttive nel settore
marittimo rispetto a quanto avverrebbe in assenza del regime.
Chiedendosi se il regime DIS debba essere mantenuto per
adeguarsi alle norme fiscali di altre nazioni oppure debba essere
abbandonato, gli esperti hanno rilevato che in quest'ultimo caso ci
si deve aspettare che le compagnie di navigazione danesi abbandonino
la bandiera per continuare a poter pagare salari netti più
bassi nell'ambito dei regimi di esenzione fiscale stranieri. Inoltre
- hanno specificato riferendosi all'ipotesi di abbandono del regime
DIS - i marittimi danesi verrebbero tassati sulla base delle
condizioni fiscali danesi, ma sarebbero in concorrenza, sotto
l'aspetto salariale, con marittimi stranieri che possono essere
esentati dalle tasse in base alla bandiera sotto la quale lavorano.
Dato che ci si aspetta che le compagnie di navigazione cerchino di
ottimizzare le loro attività - hanno osservato - si deve
presumere che con il tempo le compagnie di navigazione sostituiranno
i marittimi danesi con personale straniero esentasse. Probabilmente
- hanno precisato - il passaggio richiederà tempo, ma a lungo
termine ci si deve aspettare di avere un numero significativamente
inferiore di marittimi danesi e di navi battenti bandiera danese.
Il fatto di avere meno marinai danesi rispetto ad oggi - hanno
constatato gli esperti - non avrebbe tuttavia un effetto negativo
sull'economia nazionale dato che sinora, nell'ambito del regime DIS,
i marittimi danesi non pagano tasse al Tesoro danese. Se il sistema
DIS venisse abolito - hanno inoltre rilevato - i marittimi danesi
dovrebbero in gran parte trovare lavoro a terra in Danimarca e
contribuire con il pagamento delle tasse all'economia e ciò
implicherebbe un significativo effetto positivo sulle entrate per la
tesoreria statale e per l'economia sociale. Pur precisando che la
loro valutazione è soggetta a notevole incertezza a causa
della complessità delle norme, gli esperti hanno concluso
che, fondamentalmente, ciò sposterebbe il lavoro da lavoro
esentasse a lavoro tassabile ed hanno quindi raccomandato una
ristrutturazione del regime in tal senso.
Danske Rederier, l'associazione degli armatori danesi, definito
«triste e preoccupante» il fatto che la commissione di
esperti abbia proposto di abolire il regime di tassazione dei
marittimi ed ha lanciato un forte appello al governo e alla
commissione affinché questa proposta non venga attuata perché
- ha avvertito l'associazione - «avrà gravi conseguenze
negative per il trasporto marittimo danese». Rilevando che la
commissione di esperti si è limitata a prevedere una
significativa riduzione del numero di marittimi danesi e di navi
battenti bandiera danese con l'abolizione del regime DIS, mentre non
sono stati affatto approfonditi gli effetti derivanti
sull'occupazione a terra, l'amministratore delegato di Danske
Rederier, Anne Steffensen, ha denunciato che «abolire il
sistema DIS sarebbe un disastro per il trasporto marittimo danese.
Si tratta essenzialmente - ha specificato - di salvaguardare la
Danimarca quale grande nazione marittima con migliaia di dipendenti
in Danimarca. L'abolizione del sistema DIS - ha aggiunto Steffensen
- porterà ad un significativo e massiccio esodo delle navi
battenti bandiera danese verso i Paesi vicini e altre nazioni
marittime di tutto il mondo. Immediatamente ci sarà un
impatto sulle posizioni a terra e con il tempo perderemo anche i
marittimi danesi e importanti competenze marittime. È - ha
sottolineato - un esperimento altamente pericoloso da cui bisogna
stare lontani».
«Il trasporto marittimo - ha proseguito Steffensen - viene
spesso e giustamente definito un'importante posizione di forza
danese. Il sistema DIS è una parte cruciale delle condizioni
quadro che consentono alle compagnie di navigazione danesi di far
navigare le navi sotto bandiera danese, di impiegare marittimi
danesi e allo stesso tempo di essere competitive sul mercato
globale. Il forte e stabile sostegno politico alla professione da
parte dei governi che si sono succeduti è stato decisivo per
far sì che la Danimarca sia tra le dieci maggiori nazioni
marittime del mondo. Qui - ha concluso - è in gioco lo status
della Danimarca come orgogliosa nazione marittima e superpotenza
marittima».
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