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3 dicembre 2024 - Anno XXVIII
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Gli armatori danesi denunciano che rimuovere l'esenzione fiscale per i marittimi prevista dal registro DIS sarebbe una follia
Una commissione di esperti ha valutato che il numero di marittimi si ridurrebbe notevolmente, ma senza alcun impatto sull'economia nazionale
Copenaghen
20 febbraio 2024
Gli armatori danesi scongiurano il governo di Copenaghen di non recepire una delle raccomandazioni del gruppo di esperti incaricato di valutare le modalità per sostenere in futuro le imprese nazionali. Questi, tra le proposte, hanno infatti suggerito all'esecutivo di rimuovere l'esenzione dalle imposte delle retribuzioni dei marittimi imbarcati sulle navi iscritte al registro navale internazionale danese DIS e ai registri navali di altre nazioni dell'UE o dello Spazio Economico Europeo, esenzione che è stata introdotta nel 1988 con lo scopo di rafforzare la competitività internazionale delle compagnie di navigazione danesi.

Nell'esaminare la questione, la commissione di esperti ha evidenziato che i marittimi ricevono un salario netto di entità tale che il suo importo corrisponde a quello che verrebbe pagato al netto delle imposte se la persona venisse impiegata nell'ambito del regime fiscale normale. Nell'ambito del regime DIS - è stato sottolineato - «un marittimo si trova quindi nella stessa posizione economica in cui si troverebbe in condizioni fiscali normali, mentre l'imposta risparmiata va alle compagnie di navigazione come sostegno alle imprese sotto forma di salari più bassi. Il sistema è quindi vantaggioso per le compagnie di navigazione».

Specificando che nel 2023 i dipendenti a tempo pieno coperti dal DIS erano circa 13.600, di cui circa 5.700 residenti in Danimarca e 7.900 residenti all'estero, gli esperti hanno rilevato che, con l'applicazione del regime DIS, il sostegno alle imprese ammonta a 1,05 miliardi di corone danesi (141 milioni di euro), che corrisponderebbe al gettito aggiuntivo che lo Stato otterrebbe se i marittimi dovessero pagare l'imposta ordinaria sul reddito.

Nella sua valutazione sul regime DIS, il gruppo di esperti ha precisato di ritenere che tale regime sia l'espressione del risultato di una corsa internazionale a sostenere le rispettive attività nel settore del trasporto marittimo internazionale, una corsa - hanno rilevato - in cui i regimi speciali nazionali si limitano a spostare attività tra Paesi, trasferimenti - hanno osservato - che in linea di principio dovrebbero essere contrastati attraverso soluzioni comuni adottate a livello internazionale. In linea di principio - hanno chiarito - sarebbe più opportuno che tutti i Paesi eliminassero il trattamento speciale riservato alle compagnie di navigazione. Secondo gli esperti, tuttavia, non vi è alcuna base per concludere che il regime DIS risponda ad un fallimento del mercato e, inoltre, sussiste il rischio che il sostegno sinora assicurato alle compagnie di navigazione provochi distorsioni, in parte relativamente agli investimenti nel settore e in parte - secondo gli esperti - perché potrebbe incoraggiare la forza lavoro a svolgere mansioni meno produttive nel settore marittimo rispetto a quanto avverrebbe in assenza del regime.

Chiedendosi se il regime DIS debba essere mantenuto per adeguarsi alle norme fiscali di altre nazioni oppure debba essere abbandonato, gli esperti hanno rilevato che in quest'ultimo caso ci si deve aspettare che le compagnie di navigazione danesi abbandonino la bandiera per continuare a poter pagare salari netti più bassi nell'ambito dei regimi di esenzione fiscale stranieri. Inoltre - hanno specificato riferendosi all'ipotesi di abbandono del regime DIS - i marittimi danesi verrebbero tassati sulla base delle condizioni fiscali danesi, ma sarebbero in concorrenza, sotto l'aspetto salariale, con marittimi stranieri che possono essere esentati dalle tasse in base alla bandiera sotto la quale lavorano. Dato che ci si aspetta che le compagnie di navigazione cerchino di ottimizzare le loro attività - hanno osservato - si deve presumere che con il tempo le compagnie di navigazione sostituiranno i marittimi danesi con personale straniero esentasse. Probabilmente - hanno precisato - il passaggio richiederà tempo, ma a lungo termine ci si deve aspettare di avere un numero significativamente inferiore di marittimi danesi e di navi battenti bandiera danese.

Il fatto di avere meno marinai danesi rispetto ad oggi - hanno constatato gli esperti - non avrebbe tuttavia un effetto negativo sull'economia nazionale dato che sinora, nell'ambito del regime DIS, i marittimi danesi non pagano tasse al Tesoro danese. Se il sistema DIS venisse abolito - hanno inoltre rilevato - i marittimi danesi dovrebbero in gran parte trovare lavoro a terra in Danimarca e contribuire con il pagamento delle tasse all'economia e ciò implicherebbe un significativo effetto positivo sulle entrate per la tesoreria statale e per l'economia sociale. Pur precisando che la loro valutazione è soggetta a notevole incertezza a causa della complessità delle norme, gli esperti hanno concluso che, fondamentalmente, ciò sposterebbe il lavoro da lavoro esentasse a lavoro tassabile ed hanno quindi raccomandato una ristrutturazione del regime in tal senso.

Danske Rederier, l'associazione degli armatori danesi, definito «triste e preoccupante» il fatto che la commissione di esperti abbia proposto di abolire il regime di tassazione dei marittimi ed ha lanciato un forte appello al governo e alla commissione affinché questa proposta non venga attuata perché - ha avvertito l'associazione - «avrà gravi conseguenze negative per il trasporto marittimo danese». Rilevando che la commissione di esperti si è limitata a prevedere una significativa riduzione del numero di marittimi danesi e di navi battenti bandiera danese con l'abolizione del regime DIS, mentre non sono stati affatto approfonditi gli effetti derivanti sull'occupazione a terra, l'amministratore delegato di Danske Rederier, Anne Steffensen, ha denunciato che «abolire il sistema DIS sarebbe un disastro per il trasporto marittimo danese. Si tratta essenzialmente - ha specificato - di salvaguardare la Danimarca quale grande nazione marittima con migliaia di dipendenti in Danimarca. L'abolizione del sistema DIS - ha aggiunto Steffensen - porterà ad un significativo e massiccio esodo delle navi battenti bandiera danese verso i Paesi vicini e altre nazioni marittime di tutto il mondo. Immediatamente ci sarà un impatto sulle posizioni a terra e con il tempo perderemo anche i marittimi danesi e importanti competenze marittime. È - ha sottolineato - un esperimento altamente pericoloso da cui bisogna stare lontani».

«Il trasporto marittimo - ha proseguito Steffensen - viene spesso e giustamente definito un'importante posizione di forza danese. Il sistema DIS è una parte cruciale delle condizioni quadro che consentono alle compagnie di navigazione danesi di far navigare le navi sotto bandiera danese, di impiegare marittimi danesi e allo stesso tempo di essere competitive sul mercato globale. Il forte e stabile sostegno politico alla professione da parte dei governi che si sono succeduti è stato decisivo per far sì che la Danimarca sia tra le dieci maggiori nazioni marittime del mondo. Qui - ha concluso - è in gioco lo status della Danimarca come orgogliosa nazione marittima e superpotenza marittima».
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