L'annuncio di martedì del presidente statunitense Joe
Biden di aumentare le tariffe per le importazioni dalla Cina ai
sensi della Sezione 301 del Trade Act del 1974, introducendo un
notevole rialzo dei dazi che colpisce numerosi prodotti incluse le
gru portuali ship-to-shore, ha mandato su tutte le furie
l'associazione che rappresenta l'industria siderurgica cinese.
Annunciando la decisione, la Casa Bianca ha evidenziato che «le
pratiche commerciali sleali della Cina riguardanti i trasferimenti
di tecnologia, la proprietà intellettuale e l'innovazione
stanno minacciando le imprese e i lavoratori americani. Inoltre, la
Cina - ha denunciato Washington - sta inondando i mercati globali
con esportazioni artificialmente a basso prezzo». «Per
troppo tempo - ha sottolineato la Casa Bianca a motivare le nuove
sanzioni su importazioni del valore di 18 miliardi di dollari - il
governo cinese ha utilizzato pratiche sleali e non di mercato».
Il provvedimento di Washington colpisce numerosi prodotti cinesi
a partire dall'acciaio e dall'alluminio, per i quali l'aumento
dell'aliquota tariffaria passerà quest'anno dallo 0-7,5% al
25%. Ad essere colpiti dalle sanzioni saranno, tra gli altri, i
semiconduttori, i veicoli elettrici e le batterie per questi mezzi,
le celle solari, i prodotti sanitari e, appunto, le gru portuali di
banchina per le quali l'aliquota salirà nel 2024 dallo 0% al
25%. «Un'aliquota daziaria del 25% sulle gru ship-to-shore -
ha spiegato Washington - contribuirà a proteggere i
produttori statunitensi dalle pratiche commerciali sleali della Cina
che hanno portato ad un'eccessiva concentrazione del mercato. Le gru
portuali sono elementi essenziali delle infrastrutture che
consentono la movimentazione e il passaggio continuo di merci
essenziali da, verso e all'interno degli Stati Uniti, e
l'amministrazione sta adottando misure per mitigare i rischi che
potrebbero interrompere le catene di approvvigionamento americane».
Il governo federale americano ha specificato, inoltre, che il
provvedimento si inquadra nella strategia annunciata recentemente
volta ad incrementare la sicurezza delle infrastrutture
marittimo-portuali degli USA
(
del 21
febbraio 2024): «questa misura - ha spiegato Washington -
si basa anche sul lavoro in corso per investire nelle infrastrutture
portuali degli Stati Uniti attraverso l'agenda Investing in America
del presidente. Questa iniziativa per la sicurezza portuale prevede
il ritorno delle capacità di produzione di gru portuali negli
Stati Uniti per supportare la sicurezza della catena di
approvvigionamento statunitense e incoraggia i porti di tutto il
Paese e di tutto il mondo ad utilizzare fornitori fidati per
l'approvvigionamento di gru o di altre attrezzature pesanti».
La China Iron and Steel Association (CISA) ha denunciato che
queste nuove sanzioni americane sono volte «a politicizzare e
strumentalizzare il commercio dell'acciaio. L'industria siderurgica
cinese - ha sottolineato ieri l'associazione - si è sempre
concentrata sul soddisfacimento della domanda interna, perseguendo
costantemente il progresso tecnologico e la trasformazione verde e
dando nuovo slancio all'industria siderurgica globale e alle
industrie a monte e a valle». Inoltre la CISA ha precisato che
«le esportazioni cinesi di prodotti siderurgici verso gli
Stati Uniti rappresentano una piccola percentuale e le importazioni
degli Stati Uniti dalla Cina rappresentano una piccola percentuale
delle sue importazioni totali di acciaio. Sotto l'influenza di
molteplici dazi statunitensi - ha evidenziato inoltre l'associazione
- le aziende statunitensi dell'industria downstream che continuano a
importare prodotti siderurgici cinesi lo fanno basandosi interamente
su un comportamento di mercato basato sulle proprie esigenze».
«La World Trade Organization - ha ricordato l'associazione
cinese - ha già stabilito che le tariffe della Sezione 301
violano le regole della WTO. Invece di correggere il problema, gli
Stati Uniti aumentano ulteriormente le tariffe. Il comportamento non
di mercato degli Stati Uniti ha distorto l'assetto commerciale
globale dell'acciaio e non favorisce un sano sviluppo dell'industria
siderurgica globale. L'industria siderurgica cinese - ha concluso la
CISA - esorta gli Stati Uniti ad abbandonare la pratica volta a
politicizzare questioni relative al commercio dell'acciaio e a
portare avanti una cooperazione veramente vantaggiosa per lo
sviluppo industriale».