Per l'elettrificazione delle banchine dei porti spagnoli è
prevista la quintuplicazione del fabbisogno energetico degli scali
portuali nazionali. Lo ha reso noto Manuel Arana, direttore
Pianificazione e sviluppo di Puertos del Estado, l'agenzia
governativa che ha il compito di dare esecuzione alle politiche
dell'esecutivo per i porti, nel corso di una conferenza sulle
emissioni in ambito portuale tenutasi ieri a Valencia. «La
connessione alla rete elettrica delle navi - ha spiegato -
significherà moltiplicare per cinque la potenza installata
nei porti dato che con l'implementazione dell'Onshore Power Supply
si va a raddoppiare il consumo di energia, passando da uno a due
terawatt.
Relativamente a quanto previsto in Italia per l'elettrificazione
delle banchine portuali, ricordiamo che il Piano Nazionale Integrato
per l'Energia e il Clima (PNIEC) redatto dai ministeri dello
Sviluppo Economico, dell'Ambiente e delle Infrastrutture e dei
Trasporti propone a tal fine «la realizzazione di una rete di
energia elettrica con potenza elettrica installata pari a 682 MW
ripartita in 34 porti, di cui 32 appartenenti alla rete TEN-T»,
con «risorse destinate alla Misura “Cold Ironing”
(PNC- Inv.11)» che «assommano a complessivi euro 675,63
milioni, di cui 326,43 milioni di euro sono stati destinati ad
interventi delle Regioni del Sud (circa 48,32%) e 349,20 milioni di
euro per interventi delle Regioni del Centro-Nord (circa 51,68%)».